Associazioni e movimenti

Giornata contro il lavoro minorile: garantire a ogni bambina e bambino un futuro libero dalla povertà e dalla violenza

L'impegno di ActionAid per garantire istruzione, protezione e un futuro migliore

In occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, ActionAid rilancia il suo impegno per garantire a ogni bambina e bambino istruzione, protezione e un futuro libero dalla povertà e dalla violenza.  In un comunicato diffuso oggi, l’organizzazione umanitaria presenta il caso di Jui, una ragazza di 13 anni che vive a Dacca, capitale del Bangladesh e cuore pulsante della fast fashion globale. Un anno fa cuciva abiti per poco più di 3 euro al giorno. “La sua storia mostra cosa si nasconde dietro le etichette dei nostri vestiti”, denuncia ActionAid, cha permesso a Jui di lasciare la fabbrica e ritornare in classe.

La storia di Jui non è un caso isolato. È una finestra su una realtà drammatica e sistemica. Dodici anni dopo il crollo del Rana Plaza – l’edificio commerciale di otto piani collassato il 24 aprile 2013 causando oltre 1.100 vittime – il Bangladesh resta uno degli snodi centrali della catena globale della fast fashion. Uno studio condotto da ActionAid Bangladesh, a dieci anni dal disastro, ha rivelato che il 93% dei lavoratori intervistati teme ancora per la propria sicurezza. Il 60% segnala rischi nei luoghi di lavoro e il 23,4% denuncia la mancanza di uscite di emergenza. Oggi il tessile rappresenta oltre l’80% dell’export nazionale. E con la crescita del settore cresce anche il rischio che dietro ogni capo cucito ci siano infanzie spezzate. Secondo il Bangladesh Bureau of Statistics, più di un milione di bambini e adolescenti tra i 5 e i 17 anni è coinvolto in lavori pericolosi.

Le conseguenze sono gravi: abbandono scolastico, sfruttamento fisico e psicologico, malattie, abusi. Le bambine sono esposte anche a matrimoni precoci e lavoro forzato. La storia di Jui è un appello a cambiare rotta. ActionAid è attiva ogni giorno per contrastare il lavoro minorile. A Dacca e Chittagong promuove borse di studio, programmi di recupero scolastico, percorsi di formazione e sostegno al reddito per le famiglie. Le comunità vengono coinvolte in azioni di prevenzione e protezione. Ma non basta. Serve un cambio di passo a livello globale. In Italia, l’organizzazione è parte della campagna “Impresa2030”, per una Direttiva europea che imponga alle imprese il rispetto dei diritti umani e ambientali lungo tutta la filiera. Una norma oggi a rischio, ma cruciale per un’economia giusta e rispettosa dei diritti di tutti.