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Libano: card. Raï (patriarca maronita), dolore e riprovazione per l’aggressione al “popolo libanese”
Comunicato dopo l'attacco israeliano che ha fatto esplodere i cercapersona
“Dolore” per il sanguinario attacco che ha colpito “quasi tremila cittadini libanesi” trasformando in ordigni i loro cerca-persona e walkie-talkie, e ferma riprovazione dell’attacco israeliano che ha utilizzato “Strumenti di comunicazione per uccidere indiscriminatamente”. Così si è espresso il cardinale libanese Béchara Boutros Raï, patriarca della Chiesa maronita, in un breve comunicato diffuso attraverso le reti sociali, e rilanciato da Fides, in merito all’operazione senza precedenti messa in atto facendo esplodere dispositivi elettronici di dirigenti e miliziani del Partito sciita libanese Hezbollah, attacco che ha provocato decine di morti e migliaia di feriti. Nel breve comunicato, il patriarca maronita condanna “tutte le forme di aggressione contro il popolo libanese e palestinese, specialmente quello disarmato”, e chiede “a Dio Onnipotente di avere pietà di coloro che hanno perso la vita, di consolare le loro famiglie e i feriti, di conced ere la guarigione ai feriti e di concedere alla nostra regione e al mondo una pace completa e giusta”. Domenica scorsa, prima dell’operazione messa in atto da Israele, il patriarca Béchara Raï aveva criticato coloro che vogliono che il Libano sia “senza Stato, senza leggi, senza Costituzione”. Parole pronunciate nell’omelia della messa celebrata a Mayfouk per commemorare i caduti del Partito delle Forze Libanesi durante gli anni di guerra. “Alcune persone” aveva aggiunto il patriarca, senza fare riferimenti espliciti a formazioni politiche “vogliono che il Grande Libano (proclamato nel 1920 sotto il mandato francese) sia una terra vuota per poter realizzare i loro piani, senza uno Stato, leggi o Costituzione. Il card. Raï aveva anche reso omaggio ai veterani del ‘Fronte di Liberazione del Libano’, “pronti a sacrificare i loro interessi”. Nello stesso giorno, riferisce ancora Fides, il Mufti sciita della scuola jafaarita Ahmad Kabalan aveva elogiato quella che ha definito la “resistenza” di Hezbollah nei confronti di Israele, stigmatizzando le milizie che durante la guerra civile (1975-1990) avevano collaborato con l’esercito israeliano, con implicito riferimento alle Forze Libanesi.