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MEDIO ORIENTE, GAZA: ESERCITO ISRAELIANO SI RITIRA DOPO STRAGE DI PALESTINESI

Dopo aver provocato la morte di almeno 53 palestinesi, di cui 16 civili – in totale, una media di 9 al giorno cui si aggiungono circa 200 feriti – l’esercito israeliano si è ritirato nella notte da Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, al sesto giorno della massiccia e cruenta offensiva militare per fermare i lanci di razzi artigianali Qassam da parte di estremisti palestinesi nel confinante Neghev. Lo affermano in un comunicato le forze armate dello Stato ebraico, secondo cui i reparti di fanteria e di appoggio logistico hanno completato il ritiro. Fin dall’inizio dell’operazione militare, il governo di Ehud Olmert avevano garantito di non voler occupare di nuovo la Striscia di Gaza, malgrado le farneticanti dichiarazioni del falco nazionalista di destra Avigdor Lieberman, che dopo l’ingresso nell’esecutivo con l’incarico di ministro agli Affari strategici aveva detto nei giorni scorsi di volere condurre operazioni a Gaza “come i russi in Cecenia”.

Le ultime vittime della strage di questi giorni sono state ieri 5 palestinesi, di cui 2 civili, uccisi in due distinti episodi: nel primo militari d’Israele hanno sparato contro un gruppo di studenti che andava a scuola, nell’altro si è trattato di una ragazza suicida palestinese (18 anni) che si è fatta esplodere vicino a una postazione dell’esercito. Nell’offensiva di questi giorni anche un soldato è stato colpito a morte. Secondo un portavoce di Tsahal, le forze armate dello Stato ebraico, sarebbe stata sequestrata un’ingente quantità di missili, razzi anticarro ed esplosivi. Sul piano politico intanto – in attesa oggi di un incontro tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il primo ministro Ismail Haniyeh che potrebbe portare alla nascita di un governo di unità nazionale – lo stesso Abbas (Abu Mazen) si è detto disposto a un cessate-il-fuoco reciproco e all’invio di osservatori Onu nella Striscia di Gaza.Misna