Vita Chiesa
Migranti: mons. Pierre (nunzio Usa), «erigere muri è diventata una moda, ma non libera da solitudini e paure»
(da Rimini) «Erigere i muri è diventata ormai una moda per affrontare il tema delle migrazioni. Ma questo non libera le persone dalla loro solitudine o dalla paura interiore». Lo ha detto il nunzio apostolico negli Stati Uniti, mons. Christophe Pierre, ieri durante l’incontro inaugurale del Meeting di Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione.
Secondo il diplomatico, occorre promuovere il «dialogo con le persone con culture diverse dalle nostre» e «andare all’incontro con l’altro disarmati». Mons. Pierre ha anche osservato che «siamo alle soglie di un cambiamento epocale». «Parliamo di una rivoluzione tecnica, una rivoluzione delle comunicazioni con internet e smartphones. Alcuni parlano ancora di rivoluzioni marxiste e socialiste; mentre altri credono in un ritorno al nazionalismo», ha osservato il nunzio chiedendo «qual è la vera rivoluzione?». «La vera rivoluzione è quella del cuore», ha risposto. Infine, riflettendo sulla trasmissione della fede ai giovani, mons. Pierre ha ribadito che «il mondo di oggi ha bisogno di testimoni: genitori, educatori, politici, compagni di lavoro e sacerdoti. È per questo motivo che il Santo Padre come don Giussani – ha ricordato il nunzio – vuole una Chiesa vicina alla gente, una Chiesa che non sia autoreferenziale ma sia in uscita con la gioia del Vangelo».
Durante la conferenza stampa mons. Christophe Pierre ha parlato anche del recente scandalo sugli abusi: «Conosco bene i vescovi americani e vedo una preoccupazione seria che è anche quella del Santo Padre», ha detto il nunzio a proposito dei nuovi e ripetuti casi di abusi a opera di membri del clero e rivelati nelle scorse settimane negli Stati Uniti. «Tutti i membri della Chiesa, e non solo i vescovi e i preti, devono trovare risposte vere al problema», ha sottolineato il rappresentante diplomatico della Santa Sede. Risposte che «non devono essere» solo di tipo «giuridico», perché «sappiamo che non riusciremo mai a evitare il male anche con i migliori sistemi giuridici». Mons. Pierre ha chiesto discrezione «in questo contesto di scandalo e sofferenza, perché è importante da parte nostra non aumentare la confusione». «La tentazione – ha ribattuto – sarebbe quella di parlare e straparlare». Infine, il nunzio ha riflettuto sul fatto che «siamo in un momento di cambio di epoca e di difficoltà di trasmettere la fede» e «lo scandalo è un ostacolo per la trasmissione della fede».