Papa Leone XIV
Papa: “Chiesa unita, fermento per un mondo riconciliato”
La Messa di inizio del pontificato: “Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore!”

“La Chiesa consta di tutti coloro che sono in concordia con i fratelli e che amano il prossimo”. Nell’omelia della messa di inizio pontificato, Leone XIV ha scelto le parole di sant’Agostino per esprimere il suo “primo grande desiderio”, che vorrebbe fosse condiviso da tutti: “una Chiesa unita, segno di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato”. “In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”, ha denunciato il Papa: “E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno”. “E questa è la strada da percorrere insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace”, ha spiegato il Pontefice, delineando il programma del pontificato. “Questo è lo spirito missionario che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo; siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo”.
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore!”. Con queste parole, Leone XIV ha concluso l’omelia. “La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio ‘prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace?’”, ha detto il Papa, citando la Rerum Novarum. “Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia interrogare dalla storia e che diventa lievito di concordia per l’umanità”, ha aggiunto, delineando l’identikit della comunità ecclesiale. “Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda”, l’invito finale del Pontefice.
“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”, ha concluso Leone XIV, presentandosi come il 267° successore di Pietro.
Il pallio e l’anello
L’imposizione del Pallio e la consegna dell’Anello del Pescatore sono i riti che simboleggiano l’ingresso del nuovo Papa nel suo ministero, come successore di San Pietro e pastore universale della Chiesa. A imporre il Pallio a Leone XIV è stato il card. Mario Zenari, mentre l’orazione successiva al rito è stata pronunciata dal card. Fridolin Ambongo. Il compito di consegnare l’Anello del Pescatore a Leone XIV è spettato al card. Luis Antonio Tagle. Il Pallio e l’Anello del Pescatore sono due dei simboli più rappresentativi del papato: il Pallio, realizzato con lana di agnelli e pecore e decorato con cinque croci rosse, rappresenta il Buon Pastore, l’immagine di Cristo che prende sulle spalle la pecorella smarrita. L’Anello del Pescatore, invece, raffigura San Pietro con la barca e la rete, richiamando la missione evangelizzatrice del Papa, chiamato a “pescare” anime per il Regno di Dio. Il suo nome evoca direttamente la figura di San Pietro, che, da pescatore, rispose alla chiamata di Gesù per diventare “pescatore di uomini”.
Sono 12 i rappresentanti di tutte le categorie del popolo di Dio, provenienti da varie parti del mondo, chiamati a compiere l’atto di obbedienza al nuovo Pontefice, prima dell’omelia di Leone XIV durante la messa di inizio pontificato in piazza San Pietro. Tra loro, tre cardinali, uno per ogni Ordine di appartenenza (vescovi, presbiteri e diaconi): Leo, Spengler e Ribat. Ad essi si aggiungono un vescovo, mons. Luis Alberto Barrera, un presbitero, un diacono e due religiosi: suor Oonah O’Shea, presidente dell’Unione internazionale delle superiore maggiori, e padre Arturo Sosa, presidente dell’Unione superiori generali. Completano la lista una coppia di sposi e due giovani. Al termine della messa, il Regina Caeli sarà recitato in piazza, dopodiché il Papa rientrerà in basilica per il saluto delle delegazioni, all’Altare della Confessione.