La crioconservazione del seme, una tecnica usata nella fecondazione artificiale, solleva molte domande: ecco le riflessioni di padre Maurizio Faggioni, docente di bioetica
Bioetica
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Il Movimento per la Vita di Firenze e il Centro di pastorale familiare della diocesi propongono «Cuore a cuore»: un progetto online per le scuole superiori, nei mesi di novembre e dicembre, articolato in due fasi. In programma tre «webinar» per i docenti e un concorso per gli studenti
«L’eutanasia è un crimine contro la vita umana, perché, con tale atto, l’uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente». A ribadirlo è la lettera «Samaritanus bonus» sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita, elaborata dalla Congregazione per la dottrina della fede e presentata oggi in sala stampa vaticana.
Un lettore chiede: che diritto abbiamo di costringere a vivere colui che, colpito da un morbo gravissimo, non vuole più vivere? La risposta di padre Maurizio Faggioni, docente di Teologia morale e esperto di bioetica
Si parla molto di eutanasia e suicidio assistito, ma se un malato rinuncia a curarsi di fronte a interventi pesanti o dall'esito incerto, commette peccato? Risponde padre Maurizio Faggioni, docente di Teologia morale alla Facoltà teologica dell'Italia centrale.
Presentato oggi in Vaticano il Simposio internazionale «Religione ed etica medica: cure palliative e la salute mentale durante l'invecchiamento», organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla World Innovation Summit for Health, occasione per fare il punto su questi temi di bioetica.
«Saremo attenti e vigilanti a tutela della vita delle persone, soprattutto di chi si trova in situazioni di disagio, di difficoltà, di malattia». Così mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha risposto ad una domanda di un giornalista in merito ad un possibile avvio di un iter parlamentare per una legge sul «fine vita», dopo la sentenza della Consulta sul suicidio assistito.
“Con la decisione di non punire alcune situazioni di assistenza al suicidio, la Corte costituzionale italiana cede ad una visione utilitaristica della vita umana ribaltando la lettura dell’articolo della nostra Carta che mette al centro la persona umana e non la sua mera volontà, richiedendo a tutti i consociati doveri inderogabili di solidarietà: da oggi non sarà più un dovere sociale impedire sempre e ovunque l’uccisione di un essere umano”. Lo dichiara in una nota Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita.
I Vescovi italiani esprimono, con una nota, il loro sconcerto e la loro distanza da quanto comunicato dalla Corte Costituzionale in materia di suicidio assistito.
E' arrivata in serata la decisione della Corte Costituzionale sul suicidio assistito. I giudici della Suprema Corte hanno ritenuto non punibile ai sensi dell'articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, "chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli".