Dalle quattro facoltà romane di medicina – Sapienza, Policlinico Gemelli, Tor Vergata, Campus Biomedico – un secco no alla proposta di rendere vincolanti le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) nella legge sul fine vita in discussione alla camera.
Eutanasia
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Gratitudine per quanti si sono prodigati in questi mesi, ma anche l'auspicio che «una volta passata la prima emergenza – non si spengano i riflettori sul Centro Italia, ferito dal terremoto e dal maltempo. Lo esprime il Consiglio permanente della Cei nel comunicato sui lavori tenutisi a Roma dal 23 al 25 gennaio. Altri temi toccati, la formazione permanente del clero, i giovani e la Chiesa (tema della prossima assemblea), l'emergenza lavoro e le leggi sul fine vita in discussione in Parlamento.
Il card. Angelo Bagnasco ha aperto il Consiglio permanente, con il pensiero rivolto alla drammatica situazione del Centro Italia. Toccati nella prolusione (testo integrale) i temi di più stretta attualità: preoccupazione per la crescita della povertà assoluta in Italia e richiesta di un Piano nazionale volto ad arginarla (anche tramite il Reddito d’Inclusione), maggiore attenzione alla famiglia, legge sul fine vita, immigrazione ed accoglienza; e sul piano ecclesiale un focus sulla formazione permanente dei sacerdoti.
La Corte costituzionale ha bocciato la legge regionale del Friuli che istituiva le Dat (testamento biologico). Il commento del presidente nazionale del Movimento per la vita.
Estendere il diritto di ricorrere al «suicidio assistito» a chi non è in stato terminale ma considera «completata» la sua esperienza di vita. È l’ultima tappa di un lungo percorso che ha intrapreso l’Olanda, primo Paese ad aver legalizzato nel 2001 l’eutanasia in Europa con una legge. Parla il cardinale Willem Eijk, arcivescovo di Utrecht e presidente della Conferenza episcopale olandese. «Era solo una questione di tempo - dice - la porta, una volta socchiusa, si apre facilmente sempre di più».
Un lettore ci scrive a proposito del primo caso - registrato in Belgio - di un minore al quale è stato concessa l'eutanasia.
Si sono affrettati a dire che la prima vittima minorenne dell’eutanasia non fosse depressa, anzi che ha espresso un consenso pieno e con lei anche i genitori. Davvero? Un adolescente, che non viene ritenuto capace di votare, di sposarsi, di trattare affari economici e persino di gestire la sua sessualità, è davvero così maturo per esprimere una volontà tanto complessa come scegliere di morire?
Sabato mattina è arrivata da un quotidiano fiammingo una terribile notizia. Il Belgio è il primo paese dove è stata praticata l'eutanasia su un minore.
«Il suicidio degli anziani: una sfida»: è il titolo di uno studio appena preparato dalla commissione Justitia et Pax elvetica e pubblicato sul sito dei vescovi della Svizzera per contribuire al dibattito nell’opinione pubblica sull’autonomia, la fragilità, la morte, l’aiuto al suicidio.
«Pianificazione terapeutica condivisa» è il principio chiave del documento «Con dignità, fino alla fine. Paziente e medico alleati per la vita», presentato il 28 giugno scorso a Roma da Scienza & Vita. Un contributo al dibattito sul fine vita.