Netta posizione delle religioni monoteiste abramitiche su eutanasia e suicidio assistito. «Sono moralmente ed intrinsecamente sbagliati e dovrebbero essere vietati senza eccezioni», si legge in una Dichiarazione congiunta sulle problematiche del fine-vita che è stata firmata dai rappresentanti ebrei, cattolici e musulmani in Vaticano e consegnata a Papa Francesco.
Eutanasia
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In un'intervista al Sir Luciano Eusebi docente di diritto penale all'Università Cattolica di Milano commenta in modo critico la recente sentenza della Corte costituzionale sul suicidio assistito, ritenendo che oltrepassi il punto di equilibrio fissato in materia con la legge n. 219/2017.
La Corte Costituzionale ha ritenuto «non punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio». Si tratta dell’eventuale suicidio liberamente determinato, a determinate condizioni, da un paziente affetto da patologia irreversibile, con sofferenze intollerabili… La Corte non ha mancato di mettere numerosi paletti.
«Saremo attenti e vigilanti a tutela della vita delle persone, soprattutto di chi si trova in situazioni di disagio, di difficoltà, di malattia». Così mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha risposto ad una domanda di un giornalista in merito ad un possibile avvio di un iter parlamentare per una legge sul «fine vita», dopo la sentenza della Consulta sul suicidio assistito.
“Con la decisione di non punire alcune situazioni di assistenza al suicidio, la Corte costituzionale italiana cede ad una visione utilitaristica della vita umana ribaltando la lettura dell’articolo della nostra Carta che mette al centro la persona umana e non la sua mera volontà, richiedendo a tutti i consociati doveri inderogabili di solidarietà: da oggi non sarà più un dovere sociale impedire sempre e ovunque l’uccisione di un essere umano”. Lo dichiara in una nota Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita.
I Vescovi italiani esprimono, con una nota, il loro sconcerto e la loro distanza da quanto comunicato dalla Corte Costituzionale in materia di suicidio assistito.
Alla vigilia della sentenza della Consulta, il vicepresidente della Cei, mons. Mario Meini, torna ad esprimere - dopo il card. Bassetti e il Papa - la preoccupazione della Chiesa italiana «per la possibilità di ammettere il suicidio assistito». Nei confronti del nuovo Governo, fa notare il vescovo di Fiesole, «le attese della gente sono alte», sere «stabilità politica fondata su maggioranze chiare e su programmi solidi e condivisi».
«La medicina, per definizione, è servizio alla vita umana, e come tale essa comporta un essenziale e irrinunciabile riferimento alla persona nella sua integrità spirituale e materiale, nella sua dimensione individuale e sociale: la medicina a servizio dell'uomo, di tutto l'uomo, di ogni uomo». A ribadirlo è stato il Papa, ricevendo in udienza, nella Sala Clementina, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
Si avvicina il 24 settembre – termine indicato al Parlamento dalla Corte costituzionale per modificare la norma sull’aiuto al suicidio – e in quella data, in assenza di atti del Parlamento stesso, è attesa una pronuncia della Consulta in materia di suicidio assistito.
Ha parlato dell'urgenza di un dibattito parlamentare, nel rispetto dei principi costituzionali, che riconoscono e garantiscono i diritti inviolabili dell'uomo, il primo dei quali è quello alla vita, il presidente della Cei, intervenendo all'incontro promosso dal Tavolo famiglia e vita a Roma.