Ora che il chiasso mediatico sul suicidio assistito di Dj Fabo comincia a scemare, è possibile fare su tutta questa vicenda alcune considerazioni più pacate di cui – dopo tante reazioni prevalentemente emotive – si sente il bisogno.
Eutanasia
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Venerdì 10 marzo, alle 19, nella chiesa di Sant’Ildefonso (piazzale Damiano Chiesa) a Milano, si terrà un momento di preghiera in suffragio di dj Fabo
Viviamo nel tempo del sì o del no, navighiamo in superficie, ci indigniamo, soffriamo e gioiamo in base a una comprensione immediata che tralascia la profondità e cede alla banalizzazione. I media funzionano così. Tesi e antitesi. Posizione e contrapposizione. E nel centro il nulla...
In un'intervista al Tg5 il presidente dei vescovi italiani giudica «Card. Bagnasco: su morte Fabiano Antoniani, «una sconfitta grave e dolorosa per tutta la società» la vicenda del suicidio assistito in Svizzera di dj Fabo.
La sua voce - che, a tratti incomprensibile, ma opportunamente sottotitolata, esprimeva grandissima sofferenza - è stata riprodotta a ripetizione. Il suo volto, la sua immagine, sono stati utilizzati senza pudore. Perché è accaduto questo? La risposta, dal lato degli organi d’informazione, è facile: per avere la notizia di apertura, per attirare l’attenzione di un pubblico sempre più distratto.
«Una tragedia lacerante sulla quale sarebbe doveroso far calare un velo di silenzio rispettoso e riflessivo perché ogni parola appare inadeguata» e che invece «viene strumentalizzata dal punto di vista politico e ideologico». A dichiararlo al Sir è Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci), commentando il suicidio assistito di dj Fabo, questa mattina in Svizzera, accompagnato da Marco Cappato che così, osserva il giurista, si è «autolegittimato come il miglior interprete della vicenda».
«Rispettoso silenzio», ma no a «strumentalizzazioni ideologiche». Questo l’atteggiamento di Alberto Gambino, giurista e presidente dell’associazione «Scienza & Vita», di fronte alla notizia diffusa nella tarda mattina di oggi della morte in Svizzera di dj Fabio, cieco e tetraplegico da tre anni in seguito a un incidente d’auto, accompagnato da Marco Cappato nel Paese elvetico per sottoporsi a suicidio assistito.
Intervistato da Skytg24, Giuseppe Battimelli, vicepresidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci) e della Società italiana per la bioetica e i comitati etici, ha chiesto «rispetto, solidarietà e silenzio e non certo artificiose speculazioni ideologiche» sul caso Bettamin.
Un notizia usata «strumentalmente». Lo afferma Francesco Ognibene, caporedattore di «Avvenire», secondo il quale a Montebelluna «non è andato in scena un caso di eutanasia ‘clandestina’, la prima esecuzione di un testamento biologico con volontà del paziente di farla finita», come raccontato da diversi media, ma semplicemente, chiarisce dalle colonne del quotidiano, una morte «per cause naturali, senza prolungare una vita ormai purtroppo giunta al termine, alleviando il dolore».
Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), denuncia i rischi insiti al testo elaborato in Commissione affari sociali della Camera sul fine vita.