Papa Francesco ha ricevuto stamani in Vaticano una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, giunta a Roma alla vigilia della solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo.
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La Chiesa, “composta da uomini peccatori ma redenti mediante il Battesimo”, ha il compito di proclamare al mondo sofferente la misericordia divina. Con queste parole, Papa Francesco ha salutato la delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, giunta a Roma in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo. Entrambi, ha detto il Pontefice nel suo discorso, fecero esperienza del peccato, prima di divenire “instancabili annunciatori e impavidi testimoni della salvezza offerta da Dio ad ogni uomo in Gesù Cristo”.
Auguro all'Armenia un futuro di giustizia e di pace, perché è un popolo coraggioso, che ha portato tante croci nella propria storia, ma pur facendo della resistenza una seconda pelle, una pelle di pietra, non ha rinunciato al cuore tenero di una madre. Sono parole intrise di ammirazione quelle che Papa Francesco ha pronunciato per il Paese caucasico, a conclusione del suo 14.esimo viaggio apostolico. Le domande dei giornalisti sul volo Yerevan-Roma hanno spaziato su vari temi di interesse internazionale, primo fra tutti l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.
Si è concluso domenica con la celebrazione della Divina Liturgia il Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa. «Abbiamo scritto una pagina di storia», ha detto il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I chiudendo i lavori . Le Chiese hanno deciso di convocare un Concilio ogni 7/10 anni. E nel messaggio finale, scrivono: «Siamo in ascolto del dolore, delle angosce e del grido di giustizia e di pace dei popoli».
I delegati delle diverse Chiese cristiane hanno potuto partecipare solo alla sessione inaugurale e conclusiva del Concilio. Ecco i temi discussi.
Padre John Chryssavgis, portavoce del Patriarcato ecumenico, ha incontrato i giornalisti per illustrare i lavori del Concilio: «La Chiesa non può più rimanere fuori dal mondo».
Con una liturgia di 4 ore, i primati delle Chiese ortodosse hanno concelebrato ieri la grande Festa della Pentecoste nella Chiesa di Saint Menas in Heraklion, che ha segnato apertura del Concilio panortodosso.
Sono arrivati a Creta i leader delle Chiese ortodosse autocefale che parteciperanno, insieme al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, al Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa. Il concilio, tanto atteso, si apre però con molte incognite per l'assenza di alcune Chiese.
Si va avanti e come deciso in gennaio a Chambésy da tutti i Primati delle Chiese ortodosse autocefale, il «Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa» inizierà come stabilito nell'isola greca di Creta. Risponde così con un comunicato «tecnico» il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli alla defezione della Chiesa ortodossa russa. Il comunicato, in realtà, non fa alcun riferimento esplicito alla decisione del Patriarcato di Mosca che porta a 5 (su 14) il numero delle Chiese ortodosse che non parteciperanno al Concilio ma è estremamente chiaro nell'annunciare il prosieguo dei lavori.
Dopo il no di Bulgaria, Serbia, Antiochia e Georgia, anche Mosca si tira indietro e in un lungo e dettagliato comunicato chiede di posticipare la data del Concilio pan ortodosso. Il metropolita Hilarion: «Tutte le Chiese devono partecipare al Concilio pan ortodosso e solo in questo caso le decisioni prese dal Concilio potranno essere legittime».