Una domanda di grande attualità in questi giorni che hanno visto Papa Francesco incontrare il Patriarca Cirillo. Risponde mons. Basilio Petrà, docente di Teologia morale presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale e grande esperto del mondo ortodosso.
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Con un comunicato congiunto Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill hanno annunciato oggi che si incontreranno a Cuba il 12 febbraio prossimo. E' il primo incontro tra un pontefice e il Patriarca della Chiesa Russa Ortodossa.
«In sette anni nella nostra Chiesa sono nate 5mila parrocchie, ci sono quasi 10mila nuovi sacerdoti, 122 nuovi monasteri, 154 nuovi vescovi. Vale a dire, la Chiesa è diventata più forte. Voglia Dio che sia diventata più forte anche spiritualmente». Queste le parole del patriarca ortodosso di Mosca Kirill in un incontro con il capo del governo Vladimir Medveev per il settimo anniversario dell’intronizzazione del patriarca, solennemente celebrato il 1° febbraio scorso.
C’è la data e il luogo: il Concilio pan ortodosso si terrà a Creta dal 16 al 27 giugno. È quanto hanno deciso i primati delle Chiese ortodosse riuniti dal 21 al 28 gennaio in Sinassi a Chambésy, nel centro ortodosso del patriarcato ecumenico vicino a Ginevra.
È la più grande e difficile impresa del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo: convocare nel 2016 il Santo e Grande Concilio pan-ortodosso riunendo dopo dodici secoli i Patriarchi e i rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse. Monsignor Piero Coda: «E' della massima rilevanza il fatto che le Chiese dell’ortodossia possano riaffermare e promuovere la comunione tra loro come premessa e trampolino di lancio per un’accelerazione del cammino di unità con la Chiesa cattolica».
Due petizioni che sono state messe on line sul sito ufficiale della Presidenza della Repubblica, chiedono di celebrare il Natale con l’insieme del mondo cristiano e che il 25 dicembre diventi giorno festivo. Sua Beatitudine Sviatoslav Schevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina: «Non vogliamo passare al calendario gregoriano senza i nostri fratelli ortodossi»
«Per incontrare Gesù è necessario saper alzare lo sguardo al cielo». Ad assicurarlo è Papa Francesco all’Angelus in piazza san Pietro.
Dopo la recita dell'Angelus, ieri in piazza San Pietro, Papa Francesco ha parlato di un anniversario particolare, quello della Dichiarazione comune tra Paolo VI e Atenagora e ha rinnovato un forte appello al Cop21 perché si ponga mano ai cambiamenti climatici.
Pace tra i cristiani, cura e salute per la “casa comune” della terra. Due pensieri hanno reso intenso il post-Angelus di Papa Francesco, che riferendosi anzitutto alla Conferenza sul clima in corso a Parigi ha lanciato un nuovo appello-augurio. “Ogni sforzo” dei partecipanti al vertice, ha detto, “dovrebbe essere rivolto ad attenuare gli impatti dei cambiamenti climatici e, nello stesso tempo, a contrastare la povertà e far fiorire la dignità umana”. Chi prenderà delle decisioni, ha soggiunto, abbia il “coraggio di tenere sempre come criterio di scelta il maggior bene per l’intera famiglia umana”. Il secondo pensiero è stato per l’evento che esattamente 50 anni fa, il 7 dicembre 1965, vide la Chiesa di Roma e di Costantinopoli cancellare le reciproche scomuniche.
«Il mondo di oggi ha un grande bisogno di riconciliazione, soprattutto alla luce del tanto sangue che è stato versato in recenti attacchi terroristici». È l’appello lanciato dal Papa nel messaggio inviato al Patriarca Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli, in cui fa riferimento alla tragica situazione internazionale per suggerire un percorso di dialogo tra cattolici e ortodossi: «Possiamo accompagnare le vittime con le nostre preghiere, e rinnovare il nostro impegno per una pace duratura, promuovendo il dialogo tra le nostre tradizioni religiose, poiché l’indifferenza e l’ignoranza reciproca può portare solo alla sfiducia e purtroppo anche al conflitto».