La Commissione europea ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell'Unione «a causa delle violazioni del principio di indipendenza della magistratura, create dalla nuova legge nazionale sulla Corte suprema».
Giustizia
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La Costituzione, nella lettera e nello spirito, esige che tra i diversi poteri dello Stato sussista ordinariamente una leale collaborazione. Una qualche dialettica tra i due poteri è fisiologica ma in occasione del caso di Salvini e della Lega il livello di guardia è stato superato.
La terza Corte di appello di Roma ha riconosciuto l'associazione mafiosa nell'ambito del processo al Mondo di Mezzo. È stato ribaltato, dunque, quanto deciso in primo grado.
Sono quattro le misure cautelari eseguite dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Firenze per frode nelle forniture pubbliche nella gestione di strutture per l'accoglienza migranti. Due delle persone indagate sono finite agli arresti domiciliari; alle altre due sono stati interdetti gli incarichi societari.
«Se interveniamo sulla legittima difesa nei termini di cui stiamo leggendo in questi giorni rischiamo di legittimare i reati più gravi persino l'omicidio». Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati, Francesco Minisci, in un'intervista a InBlu Radio, il network delle radio della Cei, in merito alla riforma sulla legittima difesa.
Si è concluso con una condanna a cinque anni di reclusione, più 5mila euro di multa, il processo in Vaticano a carico di mons. Carlo Alberto Capella. Il verdetto è stato letto intorno alle 13.20 dal presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe dalla Torre, dopo una Camera di Consiglio durata circa un’ora.
II Giudice istruttore presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha notificato oggi all’imputato mons. Carlo Alberto Capella, al suo avvocato e al Promotore di Giustizia, la sentenza di rinvio a giudizio a conclusione della fase istruttoria del procedimento in corso a suo carico. Lo rende noto la Sala Stanoa della Santa Sede.
A proposito dell'indagine della Finanza che vede coinvolto anche un sacerdote della Diocesi di Grosseto, la Diocesi ribadisce la propria fiducia nell'operatp degli organi inquirenti e spiega quello che è già stato fatto a tutela della comunità parrocchiale.
Parla di segnali «estremamente preoccupanti» il presidente della Fondazione Caponnetto presentando il focus 2018 sulle mafie in Toscana. Nella regione vi sarebbero «tra i 30 e i 40 clan molto attivi», tra cui «camorra, cosa nostra e anche la mala pugliese.
I vescovi della Toscana «esprimono la loro vicinanza a mons. Giovanni Santucci, Vescovo di Massa Carrara e Pontremoli», rinviato a giudizio dal Gup di Massa per il caso di don Luca Morini, ex parroco di Caniparola, Fossone, e Avenza, oggi destituito dall’ordine sacerdotale.