Nessun inchino o gesti similari: padre Pietro Leta, priore dei padri Carmelitani, chiarisce quanto avvenuto durante la processione di domenica con la statua della Madonna del Carmelo nel quartiere Ballarò di Palermo. Una presa di posizione in linea con l'interpretazione dei fatti fornita dall'arcidiocesi, la quale spiega anzitutto che la Comunità carmelitana «è presente in due servizi pastorali in mezzo al popolo: alla chiesa del Carmine Maggiore presso il mercato storico di Ballarò e presso la periferia Roccella-Sperone, limitrofa a Brancaccio, nella parrocchia san Sergio I Papa».
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«Non sembrerebbe che vi sia stato alcun inchino, così come riportato da organi di stampa». L'Arcidiocesi di Palermo affida a una nota ufficiale alcune valutazioni in relazione alla processione svoltasi domenica 27 luglio con il simulacro della Madonna del Carmelo nel rione Ballarò.
Un lettore ci chiede e si chiede se aver mandato in onda sul cabale Iris il film «Lo scugnizzo» significhi aver inneggiato alla camorra.
In occasione del 22° anniversario della strage di via D’Amelio, l’attentato in cui persero la vita il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta, sabato 19 luglio Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre, 18 di TvSat, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it ) trasmette alle ore 19 il film documentario “Il secondo tempo”.
La ‘ndrangheta è “negazione del Vangelo”. Essa è “non solo un’organizzazione criminale”, ma, “attraverso un uso distorto e strumentale di riti religiosi, è una vera e propria forma di religiosità capovolta, di sacralità atea”. Lo scrivono oggi i vescovi della Calabria al termine della riunione della Conferenza episcopale regionale svoltasi a Paola.
Nella sua recente visita a Cassano nello Jonio, Papa Francesco ha parlato apertamente di scomunica per i mafiosi. In cosa consiste esattamente? Risponde padre Francesco Romano, docente di Diritto canonico alla Facoltà teologica dell’Italia centrale
«Nessuna rivolta, ribellione o boicottaggio», ma volontà di «dare risposta ad un'inquietudine positiva» nei confronti delle parole di un Papa che «ha scosso le coscienze», con la scomunica ai mafiosi del 21 giugno a Cassano all'Jonio.
«Netta riprovazione dell'inconsulto e temerario gesto di blasfema devozione che va all'opposto di quella dovuta alla Madre di Dio». Utilizza parole dure il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, monsignor Francesco Milito, dopo l'episodio avvenuto a Oppido Mamertina dove la processione della Madonna delle Grazie, nella frazione Tresilico, si è fermata davanti all'abitazione di un presunto boss della ‘ndrangheta per alcuni minuti con un tentennamento, chiamato «inchino», in segno di saluto.
(dall'inviata Sir a Cassano all'Jonio) Con queste parole entra nella storia. Mai alcun Pontefice prima di lui era giunto a tanto, anche se non sono mancate condanne durissime. Il saluto del vescovo, Nunzio Galantino. Una giornata fitta di incontri culminata con la Messa nella Piana di Sibari. Intensissimi gli incontri con i carcerati, i malati, gli anziani e i tossicodipendenti. Ai sacerdoti l'invito a non essere "schermi" ma "canali".
"La 'ndrangheta è adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, bisogna dirgli di no". Parole forti, quelle di Papa Francesco contro la criminalità organizzata che segna la terra di Calabria con il suo peccato, sostituire all'adorazione del Signore quella del denaro. Il Pontefice le ha scandite nell'omelia della messa conclusiva della sua visita alla diocesi di Cassano all'Jonio, nella piana di Sibari, alla presenza di più di 250 mila persone, nella festa del Corpus Domini. Adoratori del male, ha spiegato il Papa, sono coloro che vivono di malaffare e di violenza. "Coloro che seguono questa strada, i mafiosi, non sono in comunione con Dio, sono scomunicati!"