Due amici di Toscana Oggi ci scrivono auspicando che il settimanale assuma posizioni più nette denunciando «l’imbarbarimento della politica italiana, se politica si può chiamare».
Mass media
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«Vorrei unirmi anche io alle voci di coloro che hanno espresso rammarico per la chiusura della redazione pratese del quotidiano Il Tirreno. È sempre stata mia abitudine sfogliare i quotidiani di primo mattino, la ‘preghiera laica' dell'uomo moderno secondo Hegel, alla quale non mi sono mai sottratto. Ho avuto così modo di leggere e apprezzare il lavoro dei giornalisti del Tirreno di Prato». Lo scrive il vescovo di Prato, mons. Franco Agostinelli, nel messaggio indirizzato ai giornalisti del Tirreno in vista della chiusura della redazione pratese.
Un nostro affezionato lettore usa l'ironia per evidenziare le contraddizioni di chi si professa cristiano e poi critica il Papa perché parla di migranti o di poveri da accogliere.
Nessuno può ritenersi sollevato dal compito di curare le relazioni in rete. Se volessimo trovare il centro del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, potremmo dire che è questo.
Questa settimana nella nostra rubrica delle «Lettere al direttore» ospitiamo la presa di posizione del Consiglio regionale toscano del Movimento cristiano lavoratori a sostegno del settimanale e del quotidiano «Avvenire», in questo momento in cui i tagli al Fondo per il pluralismo ne minacciano la sopravvivenza.
San Francesco di Sales (1567-1622) è il patrono dei giornalisti. Oggi probabilmente qualche inflessibile cattolico gli darebbe del «buonista». E lui replicherebbe con un sorriso e una sua frase celebre: «Se sbaglio, voglio farlo per troppa bontà piuttosto che per troppo rigore». Una lezione che vale anche oggi...
Il testo integrale del Messaggio di Papa Francesco per la 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (2019) che ha per tema «Dalle social network communities alla comunità umana».
Il Messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali 2019 ci provoca e ci affida dei compiti importanti. Anzitutto quello di abbattere le barriere culturali e le tentazioni ideologiche che sovente ci inducono a interpretare la rete come spazio del male. In seconda istanza, ci chiede di individuare i tempi, gli spazi e le modalità che possono rendere i social web vere e proprie opportunità educative, pastorali e spirituali.
«Ormai tutti urlano, e dunque il farlo non è più efficace. Meglio, a volte, un silenzio eloquente. La cultura dei social porta a una polarizzazione delle opinioni: o mi piace o non mi piace. Non c'è la possibilità di argomentare, di esprimere un giudizio sfumato. E la polarizzazione porta allo scontro». Lo sostiene Adriano Fabris, docente di filosofia morale all'Università di Pisa.
«La rete può aiutarci anche a pregare», ha detto all'Angelus di ieri Papa Francesco presentando «click to pray» e chiedendo ai giovani di scaricare l'app. Dolore per l'attacco terroristico in Colombia e per la nuova tragedia nel Mediterraneo.