Entra nel vivo la campagna “Meno Giornali = Meno Liberi” (#MenoGiornaliMenoLiberi) che, dopo il lancio sulla carta stampata dei giornali interessati dai tagli all’editoria e rappresentati dalle 9 associazioni e sindacati del settore (Alleanza delle cooperative italiane comunicazione, Mediacoop, Federazione italiana liberi editori, Federazione italiana settimanali cattolici, Federazione nazionale stampa italiana, Articolo 21, Sindacato lavoratori comunicazione Cgil, Associazione nazionale stampa online, Unione stampa periodica italiana), ora presenta anche una serie di spot realizzati dal Sir. Il primo a chiedere di firmare la petizione online è Francesco Zanotti, presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), che rimarca l’importanza di un’informazione pluralista che garantisca democrazia nel Paese. Zanotti, alla guida della Federazione che rappresenta 190 giornali in tutta Italia, paventa il rischio chiusura per oltre 200 testate. “Più di 3.000 posti di lavoro, migliaia e migliaia di famiglie sono coinvolte in questa crisi. I tagli all’editoria di questi ultimi tempi, stanno mettendo in discussione la voce dei territori di questo nostro Paese”, avverte Zanotti, spaventato da un’Italia “afona che non potrà più raccontare quello che scorre nella provincia, nelle comunità”
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Il portavoce Pietro Barbieri: «Aderiamo alla campagna perché sappiamo quanto sia importante il contributo della piccola editoria e di settore, alla costruzione di una informazione libera, che non sia appannaggio dei soli grandi gruppi editoriali». Massimo Tognoni, presidente di Mediacoop: «I contributi diretti all’editoria non sono una regalia, bensì un risarcimento alle distorsioni del mercato». Firma la petizione.
Il Forum nazionale del terzo settore aderisce alla campagna in difesa dell'editoria non profit #MenoGiornaliMenoliberi, lanciata la scorsa settimana da 9 associazioni e sindacati del settore (Alleanza delle cooperative italiane comunicazione, Mediacoop, Federazione italiana liberi editori, Federazione italiana settimanali cattolici, Federazione nazionale stampa italiana, Articolo 21, Sindacato lavoratori comunicazione Cgil, Associazione nazionale stampa online, Unione stampa periodica italiana) per tutelare e garantire l'autonomia e il pluralismo dell'informazione e dare impulso ad una riforma dell'editoria.
Duecento testate non profit chiuse, 3.000 posti di lavoro in meno (giornalisti, grafici e poligrafici), 300 milioni di copie che si perdono. Sono i numeri del «disastro» che si abbatterà sull'editoria italiana se Governo e Parlamento non ripristineranno i contributi per l'editoria 2013 (tagliati retroattivamente a bilanci già chiusi) e 2014.
Toscana Oggi, come tutte le testate diocesane della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) aderisce alla campagna per salvaguardare il Italia il pluralismo dell'informazione e per una riforma urgente dell'intero settore dell'editoria. Firma la petizione!
Una scommessa che abbiamo voluto giocare, col desiderio di offrire una piccola occasione per incontrarsi, essere in relazione, trascorrere un pomeriggio diverso, conoscere, approfondire, con leggerezza e nella convivialità. Con questo spirito ci apprestiamo ad inaugurare «I Thè di Toscana Oggi» anche a Grosseto nel solco del successo che l’iniziativa ha riscosso e continua a riscuotere a Firenze e a Prato.
Sul primo numero cartaceo di Toscana Oggi la notizia della nomina di Claudio Turrini a responsabile del sito.
È morto oggi all'ospedale di Grosseto Affrico Dondolini, coordinatore dell'inserto diocesano di Grosseto di Toscanaoggi. Il cordoglio del vescovo e del settimanale.
Tempo di rinnovo degli abbonamenti e una lettera giunta in redazione a proposito dell'intervento dei vescovi del Triveneto a sostegno dei loro settimanali diocesani, ci dà l'opportunità per chiedere a tutti un sostegno concreto a Toscana Oggi.
Solo pochi giorni fa si è appreso che il governo Renzi non sarebbe in grado di quantificare l'ammontare del Fondo per l'editoria da cui attingere per i contributi 2013, da distribuire tra poco più di un mese. Non è possibile che a fine anno l'esecutivo dica ai diretti interessati: sapete, non sappiamo se avremo fondi per voi. E noi saremmo la casta? Ecco l'intervento del presidente nazionale della Fisc (settimanali cattolici).