La Caritas diocesana di Prato a sostegno dei vescovi dell’Eritrea contro la chiusura forzata e il sequestro di venti scuole cattoliche da parte del Governo.
Eritrea
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I ricongiungimenti familiari tramite i corridoi umanitari sono stati possibili oggi grazie alla prima tornata del secondo Protocollo d'intesa con lo Stato italiano, firmato il 3 maggio dalla Cei (che agisce tramite Caritas italiana e Fondazione Migrantes) e dalla Comunità di Sant'Egidio, che prevede l'arrivo di 600 persone nei prossimi due anni. Tra le 51 persone atterrate oggi a Fiumicino (8 somali, 2 sudanesi e 41 eritrei) anche 14 bambini.
«Perseguitati più che mai. Focus sulla persecuzione anticristiana tra il 2017 e il 2019»: è il titolo della ricerca della Fondazione di diritto pontificio «Aiuto alla Chiesa che soffre» (Acs), presentata, giovedì 24 ottobre, a Roma, nella basilica di san Bartolomeo all'Isola, il santuario dei nuovi martiri del XX e XXI secolo. Dalla ricerca emerge che «sono quasi 300 milioni i cristiani che vivono in terre di persecuzione».
Assegnato il premio Nobel per la pace per l'anno 2019 al premier etiope Abiy Ahmed Ali, artefice di uno storico accordo di pace con la vicina Eritrea dopo quasi trent'anni di conflitti a bassa intensità.
«Se questo non è odio contro la fede e contro la religione cos'altro può essere?». Una lettera di protesta contro «l'arbitrario e unilaterale provvedimento assunto di recente dal governo della nazione con la statalizzazione delle nostre cliniche» (29 ospedali e centri sanitari) e «delle nostre scuole» è stata inviata dai vescovi eritrei il 4 settembre al ministro dell'istruzione pubblica Semere Re'esom.
Lo scorso 12 giugno militari, poliziotti e rappresentanti del ministero della sanità hanno confiscato 21 tra ospedali e cliniche cattoliche. E così, insieme ad altri 8 centri già requisiti due anni fa, sono 29 in totale le strutture sanitarie di proprietà di congregazioni religiose o diocesi forzate alla chiusura. «Nei centri medici - dice don Mussie Zerai - metteranno personale scelto dal governo. E temo che dopo la sanità passeranno anche all'educazione».
La preoccupazione del gruppo Shaleku di Prato che da anni aiuta la popolazione del Paese africano
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato oggi all'unanimità la revoca delle sanzioni a carico dell'Eritrea, in vigore dal 2009: lo ha riferito via Twitter l'ambasciatore olandese Karel van Oosterom, presente alla riunione di New York.
I 51 rifugiati arrivati oggi all'aeroporto di Pratica di Mare saranno tutti accolti nelle case famiglia della Papa Giovanni XXIII, la Comunità fondata da don Oreste Benzi, il sacerdote che per primo aprì una casa famiglia in Italia nel 1973.
Etiopia ed Eritrea hanno compiuto ieri un nuovo passo verso il processo di pace avviato nello scorso mese di luglio. A suggellare questo riavvicinamento la riapertura del confine «dove una sanguinosa guerra e le conseguenti tensioni hanno diviso i due paesi per decenni».
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