Oggi il Papa ha effettuato delle nomine al Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, due vescovi ausiliari di Mexico e quello di Puerto Escondito, oltre al nunzio in Kenya.
Kenya
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Speriamo che la notizia della liberazione di Silvia, la volontaria italiana rapita in Kenya, arrivi il prima possibile. Nel frattempo possiamo esprimere qualche riflessione sulla vicenda e su come è stata giudicata dai social.
Una 23enne italiana, Silvia Costanza Romano, volontaria di una Ong, è stata rapita in Kenya durante un attacco armato in un centro commerciale a Chakama, nella regione costiera di Kilifi, a pochi chilometri a sud di Malindi. Era partita a novembre scorso come volontaria per progetti di sostegno all'infanzia.
Focus sulla situazione in Kenya nel 41° Dossier con dati e testimonianze (Ddt) pubblicato da Caritas italiana in vista della Giornata mondiale dell'alimentazione (16 ottobre).
In Kenya, dove è altissima la tensione in vista delle elezioni presidenziali del 26 ottobre, è stato ucciso domenica scorsa un sacerdote keniano. Si tratta di p. Evans Juma Oduor, ed è stato trovato incosciente la sera del 22 ottobre vicino ad una piantagione di canna da zucchero nei pressi del Chiga Market Centre a Muhoroni, a 30 km dal convento di Nyabondo.
«A chi appartengo io? Alla famiglia, alla città, agli amici, alla scuola, al lavoro, alla politica, allo Stato? Sì, certo. Ma prima di tutto – ci ricorda Gesù – tu appartieni a Dio». Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, a cui hanno partecipato – secondo la Gendarmeria vaticana – 25mila persone.
La Corte suprema del Kenya ha invalidato oggi per irregolarità le elezioni presidenziali che si sono tenute l’8 agosto e, di conseguenza, la conferma del capo di Stato Uhuru Kenyatta. Stando al verdetto, accolto con manifestazioni di gioia dai sostenitori di Raila Odinga, il candidato di opposizione che aveva presentato il ricorso, un nuovo scrutinio si dovrà tenere entro 60 giorni.
Domani, 19 ottobre, durante l’udienza del mercoledì, verrà presentato a Papa Francesco il pastorale della misericordia, realizzato con le lamiere della baraccopoli di Kibera, a Nairobi, in Kenya, lo slum più grande dell’Africa subsahariana.
In vista della chiusura annunciata del campo rifugiati più grande al mondo e del ritorno di migliaia di persone in una Somalia devastata dalla guerra, Medici senza frontiere (Msf) chiede al governo del Kenya e all’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), «di prendere in considerazione con urgenza altre possibilità, con il supporto dai Paesi donatori».
Il proposito di chiudere il campo rifugiati di Dadaab – annunciato dal governo keniota lo scorso 6 maggio – avrebbe conseguenze immediate, devastanti e durature per almeno 325mila rifugiati, avverte l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere.
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