Con l'intensificarsi dei combattimenti in Libia Medici senza frontiere chiede «misure concrete per proteggere i civili e le infrastrutture civili, compreso il personale medico, evitando gli attacchi indiscriminati nelle aree densamente popolate».
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Alla luce del drastico peggioramento delle condizioni di sicurezza nella capitale libica Tripoli, l'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha chiesto con urgenza «il rilascio immediato di rifugiati e migranti dai luoghi di detenzione» poiché molti di questi centri si trovano in aree teatro di scontri continui.
Prosegue l'offensiva del generale Haftar su Tripoli: migliaia gli sfollati, mentre l'Onu riferisce di 47 morti e 181 feriti in tre giorni di combattimenti. Rinviata la conferenza nazionale a Gadames del 14-16 aprile.
Il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha avuto stamani una conversazione telefonica con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Ne dà notizia Palazzo Chigi in una nota.
Da diverse ore non si hanno più notizie di una imbarcazione con una cinquantina di persone a bordo, tra cui donne e bambini, che avevano contattato il numero di Alarm phone, il servizio telefonico (che fa capo ad un movimento di volontari indipendente) a cui molti migranti durante la traversata inviano richieste di soccorso quando sono in difficoltà, segnalando la loro posizione tramite GPS.
«I problemi del Mediterraneo non sono diminuiti. Sono aumentati». È quanto - a parere del presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo - dimostra la vicenda del mercantile El Hiblu arrivato questa mattina a La Valletta dopo essere stato «dirottato» in mare con a bordo 108 persone, 19 donne e 12 bambini.
Sono 49 i migranti, tra cui 12 minori, salvati mentre erano a bordo di un gommone in avaria al largo della Libia. Il soccorso è stato reso possibile dall'intervento della nave «Mare Jonio» di «Mediterranea Saving Humans» che ora è ferma a sud di Lampedusa.
La Scuola Sant'Anna ospita da oggi (lunedì 4 marzo) un corso di formazione rivolto a funzionari libici che saranno impegnati nella redazione dei testi legislativi, dopo che sarà arrivato a compimento l'iter di pacificazione nazionale.
I rifugiati e i migranti che hanno tentato di raggiungere l'Europa attraverso il Mar Mediterraneo nel 2018 hanno perso la vita «a un ritmo allarmante, mentre i tagli alle operazioni di ricerca e soccorso hanno consolidato la posizione di questa rotta marittima come la più letale al mondo». Secondo l'ultimo rapporto Viaggi disperati, reso noto oggi dall'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, in media sei persone hanno perso la vita nel Mediterraneo ogni giorno.
La Sea Watch, insieme al team legale di Mediterranea, ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti umani (Cedu) in merito alle violazioni dei diritti fondamentali delle 47 persone trattenute a bordo dell'imbarcazione a Siracusa, senza che sia consentito lo sbarco.