Libia

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«La nostra casa è la loro casa, la nostra patria è la loro patria. Perché se così non fosse non sarebbe nemmeno la nostra»: lo ha detto ieri sera il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, accogliendo all’aeroporto militare di Pratica di Mare, a Pomezia (Roma), i primi 160 profughi dalla Libia particolarmente vulnerabili che hanno diritto alla protezione internazionale.

I governi europei sono complici consapevoli delle torture e delle violenze ai danni di decine di migliaia di rifugiati e migranti, detenuti in condizioni agghiaccianti in Libia. Lo denuncia il Rapporto di Amnesty International pubblicato oggi, all’indomani dello scandalo suscitato dalle immagini relative alla compravendita dei migranti in Libia.

«Noi missionari italiani, a lungo ospiti di tanti popoli d’Africa che ora bussano alla nostra porta, siamo profondamente indignati per quanto sta avvenendo ai migranti nel Mediterraneo»: lo affermano i missionari della Cimi (Conferenza degli istituti missionari italiani), in una dura presa di posizione pubblicata in questi giorni su diverse riviste missionarie.

La vicedirettrice di Amnesty international per l’Europa, Gauri Van Gulik, commentando il voto del Parlamento italiano in favore dell’invio di navi da guerra nelle acque libiche per assistere la Guardia costiera della Libia a intercettare migranti e rifugiati e a riportarli a terra, mette in guardia dal rischio di complicità in torture e violenze.

Violenze di ogni genere, detenzioni illegali, stupri e torture. È quanto denunciano di aver subito, in Libia, migranti e rifugiati sbarcati in Sicilia. È il nuovo rapporto «L’inferno al di là del mare», diffuso oggi da Oxfam, Borderline Sicilia e Medici per i diritti umani (Medu) a puntare i riflettori sulle brutalità perpetuate da parte di milizie locali, trafficanti e bande criminali.

Vertice informale sulle migrazioni a Tallinn (Estonia): Leïla Bodeux (Caritas Europa) boccia il Piano d'azione della Commissione europea per alleviare la pressione migratoria sulle coste italiane; critica la criminalizzazione delle Ong, l'esternalizzazione delle frontiere in Libia e la mancanza di solidarietà e volontà politica da parte degli altri Stati membri.