Secondo una ong svedese l'Isis ha rapito 86 eritrei cristiani, tra cui 12 donne e bambini, mentre erano in viaggio su un automezzo verso Tripoli. La testimonianza di p. Zerai.
Libia
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Mentre segna un passo in avanti la «militarizzazione» delle iniziative contro i trafficanti di esseri umani, si registra una brusca frenata sul fronte delicatissimo della ripartizione dei profughi. Dopo il «no» di Regno Unito, Irlanda e Danimarca i dubbi e le indisponibilità di Francia e Spagna, che si aggiungono a quelli di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Repubbliche baltiche
In questa intervista video il Segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, prende le distanze da chi pensa di risolvere il dramma dell'esodo di immigrati dalle coste africane andando a bombardare.
«Le proposte sono da verificare. Si fa presto a dire andiamo a bombardare i barconi. Ma chi ci va? In nome di chi? Speriamo trovi maggiore attenzione la proposta di spingere a concepire il tema dell’immigrazione non come emergenza. Bisogna cambiare cultura sugli immigrati. Non sono un peso ma una risorsa da guardare con esigenze pratiche, concrete e cuore più aperto. I campi profughi in Africa non devono essere brutta copia di quelli in Italia ma luoghi nei quali subito si incontra e ascolta la persona. Troppo spesso invece sono parcheggi abusivi che non possono essere soluzione». Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo ieri mattina a Roma all’evento nazionale organizzato dai 32 organismi, associazioni, movimenti e media cattolici italiani promotori della Campagna «Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro» (www.cibopertutti.it). «Non ci vogliono slogan, anche provenienti da uomini di Chiesa, ma c’è necessità di fermarsi e guardare seriamente al problema. Non abbiamo a che fare con immigrati ma con volti, storie, speranze. Il cambio da Mare Nostrum a Triton ha significato, forse, solo un risparmio di soldi ma aumento di morti. Se Mare Nostrum è l’unica operazione per evitare morti, riprendiamola allargando responsabilità e titolarità. Bisogna superare l’accordo di Dublino che carica alla prima spiaggia, la responsabilità di chi sbarca. In Italia - ha aggiunto mons. Galantino - non è stata lasciata tutta la responsabilità a Lampedusa e così deve fare anche l’Europa. Come Chiesa italiana, cioè Caritas e Migrantes, stiamo monitorando e aumentando l’accoglienza. Bisogna però stare attenti. Finché non cominceremo a coniugare il verbo accogliere, saremo sempre tristemente perdenti. La Chiesa italiana agisce attraverso Caritas e Migrantes, e lo fa usando le risorse provenienti dall’8x1000 che le persone firmano. Quindi stiamo facendo tutti insieme questa operazione. Affrontare in modo intelligente i drammi, ci fa raggiungere obiettivi migliori ed evita di sperperare soldi e darli in mano a malavitosi. No a slogan e proposte a buon mercato ma mettersi assieme e ragionare con più intelligenza. Non dobbiamo lasciare tutto a chi specula sui problemi».
Si discute in questi giorni su quali azioni intraprendere per fermare il caos in Libia, con gli scontri tra opposte fazioni e l'avanzata dei jihadisti dell'Is. Lo abbiamo chiesto ai responsabili di alcune associazioni cattoliche (Acli, Mcl, Cl e Ac).
Tutte le Prefetture toscane si stanno preparando a gestire un numero maggiore di richiedenti asilo, provenienti dalle aree più «calde» del Mediterraneo, la Libia e la Siria. Attualmente ne ospitiamo in tanti piccoli centri 2.539, ma potrebbero arrivare a 3.400 nel corso di quest'anno.
L’Italia deve assumersi le sue responsabilità verso l'ex colonia, oggi in pieno caos. Ma deve farlo con saggezza e prudenza, evitando fughe in avanti che avrebbero conseguenze disastrose, come avvenne in Somalia nel ’93.
Una «unità di crisi» è stata istituita su iniziativa del Sinodo della Chiesa copta ortodossa allo scopo di raccogliere dati e notizie su tutti gli egiziani che si trovano ancora in Libia, in modo da favorirne la rapida evacuazione e il ritorno a casa.
Ci fu un tempo in cui il Mediterraneo era il centro del mondo. Sul suo mare si giocavano i rapporti politici e militari tra le grandi civiltà che erano fiorite nei tre continenti che su di esso si affacciano: Europa, Asia, Africa.
(Sir Europa - Bruxelles) - «Abbiamo raccolto l'appello dell'Italia»: Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, spiega gli interventi decisi dall'Esecutivo per affiancare l'Italia rispetto all'emergenza-migrazioni.