Seguire i giovani migranti non accompagnati dai paesi di origine fino a quelli di arrivo è l'obiettivo di una campagna voluta dalla Conferenza episcopale italiana e finanziata con i fondi dfell'8xmille.
Mali
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Papa Francesco è vicino al popolo del Mali dopo l’attacco sferrato da un gruppo di fondamentalisti islamici contro l’hotel Radisson nella capitale Bamako che ha provocato almeno 21 morti e numerosi feriti.
Di fronte ad un mondo lacerato e ferito occorrono «gesti di comprensione e misericordia». Lo ha detto ieri il Papa durante l'Angelus in piazza San Pietro. E dopo la preghiera ha parlato del suo viaggio in Africa.
Stamani attacco jihadista in Mali (Africa), all'hotel «Radisson Blue» della capitale Bamako. Un commando con una dozzina di terroristi con armi da fuoco e granate ha gridato «Allah u Akbar!» (Dio è grande) quando hanno aperto il fuoco. Blitz della polizia per liberare gli ostaggi
«L’attacco contro il campo della MINUSMA e l’attentato al ristorante di Bamako sono stati commessi con tutta probabilità dal medesimo gruppo, quello di Mokhtar Belmokhtar» dice all’Agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario generale della Conferenza Episcopale del Mali.
La Comunità di Sant'Egidio manifesta «il suo dolore» per gli scontri armati avvenuti sabato scorso a Kidal, nel Nord del Mali, tra militari governativi e membri del movimento Mnla, che hanno provocato decine di morti e feriti, ed esprime la sua profonda preoccupazione per il rischio della ripresa del conflitto.
Il 12 giugno, in occasione della presentazione del rapporto sulla situazione dei diritti umani in Mali presentato dall'Alto commissario per i diritti umani alla 23° sessione del Consiglio per Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, Caritas internationalis ha chiesto che «al più presto si tutelino i diritti della popolazione del Mali e si creino le condizioni per una pace duratura nel Paese».
«Dobbiamo agire immediatamente. Le necessità della popolazione sono enormi». È l'appello di mons. Georges Fonghoro, vescovo della diocesi di Mopti, in Mali, che denuncia le terribili condizioni degli sfollati interni e in particolare dei bambini, molti dei quali gravemente malnutriti.
Formalmente la guerra nel Mali sembrerebbe avere tutte le carte in regola. L’intervento delle truppe straniere nel paese, in pratica della Francia e dei paesi africani vicini, per combattere i gruppi islamisti che stanno invadendo il paese dal Nord è stato autorizzato all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onu e salutato con favore dai paesi dell’Unione Africana.
Con il protrarsi dei combattimenti in Mali, la situazione umanitaria si aggrava di giorno in giorno. Da gennaio 2013 sono ormai oltre 9.000 i nuovi profughi, in aggiunta ai 400.000 già presenti tra sfollati interni e rifugiati nei paesi limitrofi. Le ultime stime parlano di possibili ulteriori 300.000 sfollati interni e di altri 400.000 nuovi rifugiati.