Situazione complicata in Mali anche per gli aiuti umanitari. Lo conferma al Sir Michel Roy, segretario generale di Caritas internationalis.
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Sono ancora sette gli ostaggi stranieri nelle mani dei terroristi islamici che hanno assaltato un impianto del gas in Algeria, a In Amenas.
«Da quando le forze maliane e francesi hanno cominciato la loro offensiva - spiega Malik Allaouna, direttore delle operazioni di Msf in Mali - non siamo stati in grado di attraversare le linee del fronte, nonostante la nostra neutralità»
L'esercito di Algeri ha sferrato ieri un attacco contro il commando di jihadisti, giunti molto probabilmente dalla vicina Libia, che mercoledì scorso a Tiguentourine (40 chilometri da In Amenas, in Algeria) avevano preso in ostaggio un gran numero di tecnici e lavoratori dell'impianto petrolifero gestito dalla British Petroleum, dalla norvegese Statoil e dalla società algerina Sonatrach. Alcune fonti parlano di almeno 35 ostaggi uccisi, di cui almeno sette occidentali (giapponesi, britannici e un francese) oltre ad 11 terroristi.
Per vent’anni il Mali ha rappresentato per l’Africa il sogno del passaggio dalla dittatura alla democrazia. Oggi quel sogno si è bruscamente interrotto con un terribile intreccio di fondamentalismo, miseria, interessi economici e politici. L'Europa e la stessa Cedeao guardano con apprensione l'avanzate dei ribelli tuareg che, giocando sugli squilibri locali, può diffondersi nel Sahel e nel Maghreb con effetti destabilizzanti.
Un appello per «aprire un corridoio umanitario in un Paese devastato dalla guerra» è stato lanciato oggi dal presidente di Caritas Mali, mons. Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, che ha anche chiesto alla rete mondiale delle Caritas e alla comunità internazionale di «aiutare le vittime del conflitto».
Dopo l'offensiva dei gruppi ribelli e l'intervento militare francese, giunto al quinto giorno di raid aerei, si aggrava la situazione umanitaria in Mali, da mesi teatro di violenze diffuse e massicci spostamenti di popolazione.
(Sir Europa - Strasburgo) - Di fronte all'emergenza militare e umanitaria in Mali anche l'Ue si mobilita. La vice presidente e alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, interverrà oggi pomeriggio dinanzi all'Europarlamento per fare il punto della situazione; la stessa Ashton ha convocato un Consiglio affari esteri straordinario per questa settimana.
Bamako (Agenzia Fides) - «La popolazione maliana è notevolmente confortata dall'intervento militare francese. Dopo che i gruppi jihadisti avevano preso la città di Konna il 10 gennaio, i maliani avevano infatti trattenuto il respiro, temendo che l'offensiva ribelle potesse arrivare molto più a sud» dice all'Agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario della Conferenza Episcopale del Mali.
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