Il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo della Cei ha approvato 84 progetti di cooperazione e sviluppo in varie parti del mondo finanziati con 16.187.209 euro, provenienti dai fondi dell'8xmille.
Uganda
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Circa 7.500 rifugiati congolesi in fuga dalle violenze sono arrivati in Uganda dall'inizio di giugno, incrementando la pressione sulle strutture di accoglienza già sovraccariche. Lo denuncia oggi l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
A 7 anni dall'indipendenza la vita di milioni di persone dipende esclusivamente dagli aiuti umanitari, l'inflazione è in costante aumento, le infrastrutture distrutte, l'economia in ginocchio. Caritas italiana continua a sostenere la popolazione con un nuovo e articolato programma in Sud Sudan e in Uganda, in collaborazione con le Caritas locali e con l'organizzazione Medici con l'Africa Cuamm.
Migliaia in fuga dalle violenze iniziate nel dicembre scorso nella provincia di Ituri. Medici senza frontiere, che sta lavorando su entrambe le sponde del lago Albert, offrendo assistenza medico-umanitaria a chi ne ha bisogno, lancia l'allarme per l'epidemia di colera tra i profughi.
In occasione della ricorrenza di san Francesco d’Assisi, Aiuto alla Chiesa che Soffre promuove un progetto di costruzione di un nuovo convento in favore delle Piccole Suore di San Francesco, congregazione autoctona ugandese che è stata fondata nel 1923 da una religiosa francescana irlandese e che conta oggi ben 700 consorelle.
«Ogni giorno circa 4mila persone abbandonano il Sud Sudan e si rifugiano nel territorio della nostra diocesi. Purtroppo le emittenti europee e americane non parlano di questa tragedia. ‘Radio Pacis’ lo fa». È la testimonianza che da Arua, in Uganda, è giunta al «Corriere Cesenate» (che la pubblicherà nel numero in uscita giovedì prossimo) grazie a padre Tonino Pasolini, missionario comboniano, direttore dell’emittente cattolica ugandese Radio Pacis.
Conferenza presso la Biblioteca delle Oblate a Firenze, la mattina del 16 luglio con la presentazione del libro fotografico «Uganda – Nei volti delle donne del microcredito». Presente Silvia Della Monica vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio
Sierra Leone, Uganda, Sud Africa e Nigeria sono tra i Paesi citati nelle carte dello studio Mossack Fonseca, ma le istituzioni internazionali avevano già lanciato l’allarme: in 50 anni il continente ha perso 1.000 miliardi di dollari.
L’ultimo appuntamento pubblico della veloce visita di Papa Francesco in Uganda è con i sacerdoti, i religiosi e le religiose e i seminaristi del paese. La cattedrale di Kampala ne ospita 5 mila, e altre migliaia accolgono il Papa nel piazzale esterno, perché la Chiesa ugandese, si legge nel discorso consegnato e non letto, è benedetta con “un abbondante raccolto di vocazioni religiose”. Nel suo intervento a braccio il Pontefice parla di memoria, fedeltà e preghiera. Non dimenticate i vostri martiri, non vivete di rendita né abituatevi del ricordo lontano del loro sacrificio, spiega in spagnolo, ma costruite la gloria futura facendovi testimoni come sono stati testimoni i martiri.
Ancora una volta Papa Francesco si china con tenerezza sulla sofferenza, abbracciando i malati della Casa di Carità di Nalukolongo, e rivolge un appello a tutte le parrocchie e comunità dell’ Uganda e di tutta l’Africa, “a non dimenticare i poveri”. Lo fa nel terzo appuntamento della sua intensa giornata in Uganda, visitando la casa fondata nel 1978 dal cardinal Nsubunga che ospita e cura un centinaio di poveri di tutte le religioni. Nel suo saluto, il Papa denuncia che in molti luoghi del mondo sembra che si stiano diffondendo l’egoismo e l’indifferenza, e molti fratelli e sorelle sono vittime dell’odierna cultura dell’”usa e getta”, che ingenera disprezzo soprattutto nei confronti dei bambini non nati.
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