Al termine dell'udienza generale di oggi il Papa ha lanciato un appello sulla condizione delle carceri: «Ieri sono giunte dal Brasile le notizie drammatiche del massacro avvenuto nel carcere di Manaus, dove un violentissimo scontro tra bande rivali ha causato decine di morti. Esprimo dolore e preoccupazione per quanto accaduto. Invito a pregare per i defunti, per i loro familiari, per tutti i detenuti di quel carcere e per quanti vi lavorano. E rinnovo l’appello perché gli istituti penitenziari siano luoghi di rieducazione e di reinserimento sociale, e le condizioni di vita dei detenuti siano degne di persone umane».
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È di 56 vittime il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime della grande rivolta che si è verificata nel carcere di Manaus, capitale dell’Amazzonia brasiliana. All’origine del massacro gli scontri tra cartelli contrapposti del narcotraffico scoppiati ancora il 1° gennaio e conclusisi nella mattinata di ieri, dopo 15 ore di vera e propria guerriglia.
Anche gli episcopati di Brasile e Colombia si uniscono nel cordoglio e nella preghiera per l’incidente aereo che l’altra notte in Colombia ha provocato la morte di 72 persone (5 i sopravvissuti), coinvolgendo anche la squadra di calcio brasiliana della Chapecoense, diretta a Medellín, dove avrebbe dovuto giocare l’andata della finale della Copa sudamericana contro l’Atletico Nacional.
Due giovani sacerdoti brasiliani uccisi in pochi giorni, forse per rapina. Il cordoglio dei vescovi.
Conquistate complessivamente 39 medaglie (10 d'oro, 14 d'argento, 15 di bronzo), 11 in più di quante ne erano state raccolte quattro anni fa a Londra. Nono posto nel medagliere generale. La maggior parte delle vittorie italiane sono arrivate dal nuoto e dall’handbike, disciplina quest'ultima che si è rivelata una vera e propria miniera di medaglie. Una citazione speciale per Beatrice Vio, chiamata da tutti «Bebe».
Il gruppo azzurro, che non avrà rappresentanti nei tornei a squadre, cercherà di migliorare il risultato di Londra 2012 quando arrivarono ben 28 medaglie, tra cui 9 ori, 8 argenti e 11 bronzi. La collaborazione tra il Comitato paralimpico italiano, la Santa Sede e la Diocesi di Rio.
L'Italia ha concluso con un bottino complessivo di 28 medaglie. Non manca il rammarico per le troppe medaglie «di legno», ovvero quei tanti quarti posti (ben dieci) che non hanno portato medaglie ma rappresentano comunque un segnale incoraggiante da cui ripartire. Nove gli atleti toscani sul podio per undici medaglie (4 ori, 4 argenti e 3 bronzi).
Anche oggi gli atleti toscani sono protagonisti nei giochi olimpici di Rio. La 22 ma medaglia italiana, un argento è arrivata dalla 10 chilometri di fondo, nel nuoto, con la fiorentina Rachele Bruni, 26 anni.
Il fiorentino Niccolò Campriani si è aggiudicato la medaglia d'oro della carabina 50 metri tre posizioni. Per lui è il secondo a Rio 2016 dopo quello nella carabina 10 metri.
Non finisce di stupire l’Italia del tiro, i cui protagonisti sono per la maggior parte toscani. Dopo l'oro di Diana Bacosi (nata a Città della Pieve, ma cresciuta e residente a Cetona), ieri sera è arrivato un altro oro nello skeet dal giovanissimo Gabriele Rossetti, 21 anni di Ponte Buggianese, alla sua prima olimpiade. Ma anche il nuoto ci regala emozioni con il livornese Gabriele Detti al suo secondo bronzo, nei 1500 sl vinti da Paltrinieri.