Cile

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«Questa terra, abbracciata dal deserto più arido del mondo, sa vestirsi a festa». È il saluto del Papa al nord del Cile, ultima tappa della sua visita nel Paese. Nell’omelia della Messa al Campus Lobito (testo integrale), un’ampia spianata di 20 ettari situata sul mare a 20 chilometri a sud di Iquique, Francesco ha elogiato i «cari fratelli del nord cileno» per come sanno «vivere la fede e la vita in un clima di festa».

«Quelle lacrime sono un sollievo, certamente un inizio, la constatazione che non sono più solo ma c’è una persona che in questa ferita cammina con me». Padre  Hans Zollner, membro della Commissione vaticana contro la pedofilia e presidente del Centro protezione dei minori, istituito presso l'Università Gregoriana, commenta il commovente incontro di Papa Francesco ieri alla nunziatura di Santiago del Cile con un gruppo di vittime di abuso.

«Voglio soffermarmi e salutare in modo speciale i membri del popolo Mapuche, così come gli altri popoli indigeni che vivono in queste terre australi: Rapanui (Isola di Pasqua), Aymara, Quechua e Atacama, e molti altri». Il primo pensiero del Papa, nella Messa celebrata oggi nell’aerodromo di Maquehue, «nel quale si sono verificate gravi violazioni di diritti umani», è per le popolazioni autoctone, salutate all’inizio con alcune espressioni prese dalla loro lingua.

«Conosco il dolore che hanno significato i casi di abusi contro minori e seguo con attenzione quanto fate per superare questo grave e doloroso male». Incontrando il clero nella cattedrale di Santiago, il Papa – come aveva fatto già nel suo primo discorso in Cile, rivolto alle autorità – è tornato sulla piaga della pedofilia (discorso integrale).