Haiti

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Di fronte agli ultimi eventi accaduti in tutto il Paese, con attacchi e saccheggi verso sacerdoti e ambienti ecclesiali e delle Caritas, la Conferenza dei religiosi haitiani (Chr), in una nota diffusa ieri, si dice “costernata” e manifesta “profonda solidarietà ai sacerdoti, religiosi e religiose del Paese che sono profondamente colpiti nella loro fisicità e integrità morale e nelle loro opere, in particolare nelle diocesi di Cayes, Gonaïves e Fort-Liberté, più precisamente a Ouanaminthe, oltre che a tutte le altre persone e istituzioni vittime di atti vandalici e saccheggi in questi giorni”.

“Di fronte alla drammatica situazione in cui è immerso il nostro caro Paese, noi vescovi cattolici di Haiti rivolgiamo ancora una volta un urgente appello a tutti i protagonisti che si trovano sulla scena socio-politica, perché trovino insieme un consenso più ampio possibile che possa portare a un’uscita definitiva dalla crisi, in vista della riconquista della nostra sovranità e del recupero di Haiti”. È l’appello che viene rivolto dalla Conferenza episcopale haitiana (Ceh) in vista della festa nazionale del 7 febbraio.

Ora l’emergenza è sanitaria. A circa venti giorni dal terremoto che ha devastato nuovamente Haiti e la successiva tempesta Grace, la Caritas italiana è pronta ad affiancare le organizzazioni locali per affrontare i bisogni della popolazione. Le tante tendopoli che sono sorte non hanno servizi igienici. Manca l’acqua e il pericolo è che si diffondano infezioni e malattie. Nel Paese si registrano casi di abusi su minori e donne, sono frequenti gli episodi di violenza e gli assalti anche ai convogli di aiuti

Il bilancio dei morti per il terremoto che ha colpito Haiti, a una settimana dal sisma di magnitudo 7,2, supera le 2.180 persone, mentre i feriti ammontano a più di 12.200; senza dimenticare che sono stati distrutti quasi 53.000 case e 142 edifici ecclesiastici, oltre a più di 50 scuole cattoliche devastate.

Un confronto sulle “molte questioni ancora aperte”. È quello che ha visto protagonista la Presidenza della Conferenza episcopale italiana, riunitasi ieri pomeriggio in sessione straordinaria online, che si è concentrata in modo particolare sulla situazione relativa agli insegnanti di religione cattolica, al dibattito sul fine vita, alla crisi umanitaria in Afghanistan, al sisma che ha colpito Haiti. 

I vescovi haitiani “deplorano e condannano” l’omicidio “inammissibile e rivoltante” del presidente Jovenel Moïse e il ferimento della moglie Martine Moise, attualmente ricoverata in ospedale in condizioni molto gravi. Sono stati presi di mira da un commando armato entrato nella loro abitazione la notte tra martedì e mercoledì. Quattro presunti omicidi sono stati uccisi e due arrestati dalle forze dell’ordine haitiane.