La situazione nel Paese resta molto tesa e l'incontro di ieri dei vescovi per valutare il Dialogo nazionale di cui sono mediatori, sembra essersi risolto senza decisioni concrete.
Nicaragua
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Dopo la Giornata di digiuno proclamata ieri dalla Chiesa del Nicaragua, domani 22 luglio si terrà una giornata di preghiera promossa dal Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano, l’organismo che riunisce tutti i vescovi dell’America Latina e del Caribe.
Duro attacco del presidente del Nicaragua Daniel Ortega ai vescovi del Paese che li accusa di essere «golpisti» e pronta replica del vescovo ausiliare di Managua, mons. Silvio José Báez: «La Chiesa non soffre per essere calunniata, aggredita e perseguitata. Soffre per coloro che sono stati assassinati, per le famiglie che piangono, per i carcerati ingiustamente e per coloro che subiscono la repressione».
Una condanna durissima, proprio alla vigilia della festa nazionale del Nicaragua, nel trentanovesimo anniversario della rivoluzione sandinista. L'Organizzazione degli Stati americani (Oas) ha approvato ieri con 21 voti a favore, 7 astenuti, 3 contrari (tra cui il Venezuela e lo stesso Nicaragua) e 3 assenti una risoluzione articolata in otto punti, che chiede tra l'altro l'indizione di elezioni anticipate entro la primavera, lo smantellamento delle forze speciali paramilitari, il rispetto per i diritti umani, l'accoglienza di una Commissione internazionale imparziale. Vengono condannati anche gli attacchi alla Chiesa.
Nicaragua: i paramilitari riconquistano il quartiere di Monimbó a Masaya. Il parroco: «Un genocidio»
Un migliaio di paramilitari con armi pesanti e sofisticate hanno assediato ieri Monimbó fin dalle 6 del mattino e hanno vinto la resistenza dei cittadini. Ne è seguita una caccia all'uomo di casa in casa. Le drammatiche testimonianze del parroco e di un salesiano.
Si moltiplicano le reazioni all'aggressione subita ieri in Nicaragua a Diriamba dal card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, dal suo ausiliare, mons. José Silvio Báez (che è stato ferito ad un braccio), e dal nunzio apostolico, mons. Waldemar Stanisław Sommertag, nella chiesa di san Sebastiano, nella quale si trovavano assediati alcuni fedeli.
Per avere accesso «al cuore di Gesù, c'è un solo requisito: sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui». Lo ha detto ieri il Papa all'Angelus in piazza San Pietro. Appello per Nicaragua e Siria. Plauso ad Etiopia ed Eritrea per la ripresa del dialogo di pace. L'invito a pregare per il suo pellegrinaggio ecumenico a Bari.
Comunque prosegua la battaglia per la libertà e la democrazia del popolo del Nicaragua, quella di ieri, scattata a Masaya, resterà una delle immagini simbolo di quanto sta accadendo in questi mesi: il card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, il suo ausiliare, mons. José Silvio Báez, e il nunzio apostolico, mons. Waldemar Stanisław Sommertag, accompagnati da alcuni sacerdoti dell'arcidiocesi di Managua, si fanno largo tra la folla portando in processione il Santissimo.
La presenza in Nicaragua dei principali organismi internazionali per accertare in modo approfondito la verità sulla repressione di questi mesi e per garantire la sicurezza per la popolazione. Questo l’accordo a cui è giunto il Tavolo del Dialogo nazionale, proseguito per tutta la giornata di ieri.
Due giorni di «riflessione», ma anche nuovi attacchi ai manifestanti da parte delle forze governative. Questo il bilancio della giornata in Nicaragua, dove ieri pomeriggio (ora locale, nella notte in Italia) si è tenuto l'atteso incontro tra i vescovi e il presidente Daniel Ortega, in vista di un'auspicata ripresa del Dialogo nazionale, dentro però ad alcune condizioni, che del resto la Conferenza episcopale aveva già posto qualche settimana fa, prima che il tavolo venisse sospeso.
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