Donald Trump è entrato nella storia come terzo presidente Usa messo in stato d'accusa con la procedura di impeachment. Prima di lui sono finiti a giudizio solo Andrew Johnson nel lontano 1868 e Bill Clinton nel 1998. Entrambi sono stati assolti in Senato, come succederà con ogni probabilità in gennaio anche al tycoon, che conta sulla granitica maggioranza repubblicana nella camera alta del parlamento.
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La terza potenza economica al mondo sta vivendo, in quest'ultimo periodo, una crisi economica legata sia a fattori esterni che interni.
La risoluzione, votata con 232 sì e 196 no, stabilisce semplicemente le regole con cui l’indagine sarà condotta e non è un voto sulla colpevolezza o sull’innocenza del presidente, tuttavia la forte polarizzazione politica del Paese ha già indirizzato l’esito dell’inchiesta prima ancora del suo pieno svolgimento.
È emergenza a Los Angeles dove i vigili del fuoco sono ancora impegnati nello spegnimento di 16 incendi, che stanno causando distruzioni e migliaia di sfollati. Chiuse 20 scuole cattoliche, evacuato un campus universitario e senza elettricità una casa di riposo per suore.
120 ore, cinque giorni: è questo il tempo della tregua, o della «pausa», nell'offensiva turca contro i miliziani curdi nel Nord della Siria, frutto dell'accordo raggiunto nella serata di ieri, 17 ottobre, ad Ankara tra il vicepresidente Usa, Mike Pence, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Città lontane eppure tutte in lacrime per la stessa identica ragione: sparatorie di massa. Gli autori sono ancora una volta bianchi, americani, armati di fucili. Mentre le vittime sono rimosse dai luoghi della tragedia, si prega, si veglia. Si prega nelle scuole, nella sede della squadra sportiva, nelle messe e nelle funzioni
La Conferenza episcopale messicana (Cem), nel messaggio intitolato «La dignità dei migranti» formula dure accuse nei confronti del governo messicano per aver «svenduto» la dignità dei migranti per «un piatto di lenticchie».
Sul prato esterno hanno pregato, ascoltato testimonianze di migranti terrorizzati dall'idea di perdere i propri figli e hanno letto anche i messaggi dei vescovi arrivati a sostegno di questa manifestazione di disobbedienza civile organizzata da religiosi e associazioni cattoliche per protestare contro le politiche di immigrazione messe in atto alla frontiera, in particolare nei confronti dei bambini.
(da New York) Comincerà domani la deportazione di massa di immigrati privi di documenti dalle maggiori città degli Stati Uniti. Lo ha annunciato ieri in una conferenza stampa il presidente Donald Trump spiegando che sarà «una grande operazione congiunta che riporterà la gente nei loro Paesi e caccerà i criminali, li arresterà e li condurrà nelle prigioni dei Paesi da cui sono arrivati».
Seguire Gesù non ammette rimpianti, ha detto il Papa ieri all'Angelus, commentando il brano del Vangelo della Domenica. Essere discepoli del Maestro significa essere come lui radicali e decisi e sempre in movimento. Anche la Chiesa, «non se ne sta sedentaria e tranquilla nel proprio recinto». Poi il pensiero alla Corea e l'augurio a tutti di un periodo di riposo.