Dopo la Russia e i cinque Paesi dell'Ue membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, anche il Giappone prende le distanze dalle dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump sulla sovranità israeliana delle alture del Golan.
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«Come vescovi della frontiera tra Texas e Messico confermiamo il nostro impegno di continuare a prestare tutto l'aiuto di cui hanno bisogno i nostri fratelli migranti, unendoci tra le diverse diocesi e i vari organismi religiosi e civili che operano a favore dei migranti». Lo scrivono in una nota i vescovi frontalieri delle diocesi del Texas (Usa) e Messico, e precisamente di San Antonio, Brownsville, El Paso, Laredo, Ciudad Juarez, Piedras Negras, Nuevo Laredo, Matamoros, Saltillo e San Angelo.
«Nessun accordo» al summit di Hanoi tra il presidente Donald Tump e il leader nordcoreano Kim Jong-un, secondo quanto riferisce la Casa Biana. ma per mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon, c'è ancora speranza, perché il processo avviato non si può interrompere.
I vescovi messicani fanno propria la dichiarazione dello scorso 15 febbraio dell'episcopato statunitense, che prende le distanze dalla decisione del presidente Donald Trump di voler procedere con la costruzione del muro con il Messico.
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha stabilito la pena della dimissione dallo stato clericale per Theodore Edgar McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, D.C e già rimosso dal collegio cardinalizio da Papa Francesco. La decisione al termine del processo canonico per abusi con minori e adulti «con l'aggravante del potere». «Nessun vescovo, per quanto influente, è al di sopra della legge della Chiesa», ha commentato il card. Di Nardo.
(da New York) «Un muro in sé non è immorale, ma può essere costruito per uno scopo immorale». Il card. Joseph Tobin, arcivescovo di Newark, in un articolo pubblicato sul New York Times denuncia le politiche dell'amministrazione Trump e in particolare l'affermazione del presidente che considera «immorali» tutti coloro che si oppongono alla costruzione della barriera al confine con il Messico.
L’amministrazione Trump sta valutando il ritiro degli Usa dallo storico trattato con la Russia per il controllo degli armamenti nucleari (Inf), firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov e pietra miliare della fine della Guerra Fredda.
Non si è fatta attendere la risposta del regime di Nicolás Maduro, dopo manifestazioni antigovernative convocate ieri dall'Assemblea nazionale, in occasione della festa del 23 gennaio, e culminate con l'autoproclamazione a presidente ad interim del presidente dell'Assemblea nazionale Juan Guaidó.
È già in Messico, dopo aver attraversato il Guatemala, buona parte della nuova carovana di migranti honduregni partiti il 15 gennaio dalla città di San Pedro Sula. I migranti sono già circa 2.000, qualcun altro si sta aggiungendo. Ripeteranno lo stesso itinerario già fatto dalle prime carovane che hanno cercato di raggiungere gli Stati Uniti nei mesi di ottobre e novembre, rimanendo alla fine in gran parte bloccati alla frontiera tra Messico e Usa a Tijuana.
«Profonda delusione» è stata espressa dal card. Joseph W. Tobin, arcivescovo di Newark (Usa), a proposito delle parole del presidente americano Donald Trump, pronunciate nel messaggio nazionale di martedì 8 gennaio sulla questione dei migranti alla frontiera con il Messico.