Afghanistan

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“Abbiamo momentaneamente sospeso le attività in attesa di capire gli sviluppi”. È questa la situazione attuale di Intersos, riferita al Sir, riguardo al divieto governativo di far lavorare donne nelle Ong in Afghanistan. L’organizzazione umanitaria lavora da 20 anni nell’area di Kabul, Kandahar e Zabul, prevalentemente in ambito sanitario e lotta alla malnutrizione. 

Emergency conferma di proseguire il suo impegno in Afghanistan nei suoi 4 ospedali e oltre 40 posti di primo soccorso pur esprimendo “grande preoccupazione” in merito al recente annuncio del Ministero dell’economia afgano secondo il quale organizzazioni non governative, sia nazionali che internazionali, non potranno più assumere donne afgane.

È di 22 pazienti di cui 18 ragazze, il bilancio delle ammissioni al Centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency a Kabul a seguito dell’attacco suicida avvenuto questa mattina all’interno di un centro formativo privato di preparazione agli esami nel quartiere di Dasht-e-Barchi, a maggioranza hazara, nel distretto 13 della capitale. 

Padre Matteo Sanavio, rogazionista, traccia un bilancio ad un anno dalla presa di potere dei talebani in Afghanistan, il 15 agosto 2021: sono stati costretti a chiudere il “Centro diurno Pbk – Pro Bambini di Kabul” che accoglieva dal 2006  bambini disabili. La presenza cattolica è azzerata, non c'è più libertà, le donne sono costrette ad indossare il burka e le ragazze non possono frequentare la scuola, la crisi economica e umanitaria è spaventosa

A distanza di un anno dall’abbandono delle forze internazionali e dall’instaurazione del governo talebano in Afghanistan Emergency conta più di 16.000 ammissioni negli ospedali di Kabul, Lashkar-gah, Anabah e oltre 90.000 visite in oltre 40 posti di primo soccorso; 3.000 ammissioni solo a Kabul, dove ancora per più del 90% si è trattato di vittime di guerra. 

Il World Food Programme (Wfp) sta dispiegando cibo e attrezzature logistiche per le comunità colpite dal terremoto del 22 giugno che si è verificato vicino alla città di Khost. Sono in movimento 18 camion nelle aree colpite dal terremoto che trasportano forniture di emergenza, tra cui pacchi di biscotti ad alto contenuto energetico e unità mobili di stoccaggio.