In soli tre giorni almeno 3000 civili appartenenti alla minoranza musulmana dei Rohingya hanno attraversato la frontiera con il Bangladesh in fuga da un'offensiva dell'esercito del Myanmar: lo ha riferito oggi Joseph Tripura, portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr).
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Al termine dell'Angelus il Papa ha detto:
«Cari fratelli e sorelle, nei giorni scorsi, grandi alluvioni hanno colpito il Bangladesh, il Nepal e l’India settentrionale. Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni e prego per le vittime e per quanti soffrono a causa di questa calamità. Sono arrivate tristi notizie sulla persecuzione della minoranza religiosa i nostri fratelli Rohingya. Vorrei esprimere tutta la mia vicinanza a loro; e tutti noi chiediamo al Signore di salvarli e suscitare uomini e donne di buona volontà in loro aiuto, che diano loro i pieni diritti. Preghiamo anche per i fratelli Rohingya».
La Chiesa come «casa con fondamenta solide ma dove non mancano le crepe» e quindi sempre da riformare, è stata al centro della preghiera dell'Angelus, ieri in piazza San Pietro. Papa Francesco ha poi pregato per le vittime delle alluvioni e ha espresso la sua vicinanza a «i nostri fratelli rohingya», perseguitati in Myanmar.
Papa Francesco dovrebbe visitare il Myanmar dal 27 novembre 2017, incontrando anche la leader Aung San Suu Kyi, per poi recarsi in Bangladesh il 30 novembre, dove resterà tre giorni. L’indiscrezione viene dall’agenzia cattolica Ucanews, che ha citato fonti ecclesiali e governative.
«Simona è stata uccisa in odio alla fede e per questo abbiamo voluto ricordarla anche sostenendo i cristiani perseguitati». Così don Luca Monti, fratello della vittima, spiega la decisione di fare una donazione ad Aiuto alla Chiesa che Soffre in onore di Simona, uccisa a 33 anni assieme al bambino che portava in grembo nel tragico attentato alla Holey Artisan Bakery di Dacca, avvenuto nella notte tra il 1° e il 2 luglio scorsi.
Un anziano sacerdote ci scrive a proposito della strage di Dacca, compiuta da «giovani terroristi di buona famiglia».
«Quella del cristiano nel mondo è una missione stupenda, è una missione destinata a tutti, è una missione di servizio, nessuno escluso», ha detto il Papa ieri all'Angelus, commentando le parole di Gesù «Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi». Poi il cordoglio per le vittime degli attentati a Dacca e Baghdad e un appello alla conversione per i violenti.
Al termine dell'Angelus di oggi il Papa ha aggiunto:
"Esprimo la mia vicinanza ai famigliari delle vittime e dei feriti dell’attentato avvenuto ieri a Dacca e anche a quello avvenuto a Baghdad. Preghiamo insieme. Preghiamo insieme per loro, per i defunti e chiediamo al Signore di convertire il cuore dei violenti accecati dall’odio".
Venti morti, nove le vittime italiane accertate: è il gravissimo bilancio dell'attacco sferrato dall'Isis a un ristorante nel quartiere diplomatico di Dacca, la capitale del Bangladesh, Paese a stragrande maggioranza islamica, già segnato da una lunga scia di attentati soprattutto contro le minoranze religiose.
Un blitz delle teste di cuoio ha posto fine, alle 7,40 ora locale (erano le 3,40 in Italia) all’attacco terroristico scattato ieri sera al ristorante Holey Artisan Bakery nella zona delle ambasciate a Dacca. Un sito legato all'Is aveva già pubblicato la rivendicazione del Califfato. Le vittime civili sono almeno 20. Tra loro 9 italiani. C'è anche un disperso.
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