Sabato 2 settembre Papa Francesco ha incontrato i capi religiosi coreani appartenenti al «Korean Council of Religious Leaders». Ha esordito ricordando quanto ebbe modo di dire, il 18 agosto 2014, a Seoul: «La vita è un cammino, un cammino lungo, ma un cammino che non si può percorrere da soli. Bisogna camminare con i fratelli alla presenza di Dio.
Corea del Nord
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La prima guerra di Corea, quella di quasi settant’anni fa, fece tre milioni di vittime. La seconda guerra di Corea, se ci fosse, potrebbe farne persino dieci volte tante.
Un appello a tutte le parti in causa a fermarsi. «Se scoppia una guerra nucleare, non ci saranno vincitori. Sarà la distruzione totale». A lanciarlo è monsignor Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon e presidente della Commissione «Giustizia e pace» della Conferenza episcopale coreana che in questa intervista al Sir non nasconde la sua preoccupazione. E sulle sanzioni dice: «Rispetto le decisioni dell’Onu. Ma bisogna sempre lasciare uno spazio al dialogo».
Una risposta per ora politica e diplomatica, ma all’orizzonte si profila anche una possibile azione bellica. L’ultimo test nucleare della Corea del Nord mobilita la Corea del Sud e gli Stati Uniti, così pure Giappone, Cina e Russia (pur su posizioni differenti).
“La vita è un cammino”, “che non si può percorrere da soli”. Lo ha detto Papa Francesco, incontrando in Vaticano i membri del Korean Council of Religious Leaders. Ricordando con gioia e gratitudine il viaggio apostolico compiuto nella Repubblica di Corea, nell’agosto del 2014, il Pontefice ha chiarito che “il dialogo interreligioso, fatto di contatti, incontri e collaborazione, è una sfida protesa al bene comune e alla pace”. E il mondo oggi domanda risposte e impegni condivisi su vari temi: “la fame e la povertà che ancora affliggono troppe popolazioni, il rifiuto della violenza, in particolare quella commessa profanando il nome di Dio e dissacrando la religiosità umana, la corruzione che alimenta in ...
«Ai Leader religiosi è chiesto di aprire, favorire e accompagnare processi di bene e riconciliazione per tutti: siamo chiamati a essere banditori di pace, annunciando e incarnando uno stile nonviolento, uno stile di pace, con parole che si differenziano dalla narrativa della paura e con gesti che si oppongono alla retorica dell’odio». Lo ha affermato questa mattina Papa Francesco ricevendo in udienza i rappresentati del Korean Council of Religious Leaders.
Sabato 2 settembre, i leader delle sette religioni principali in Corea avranno una udienza speciale con il Santo Padre. «Chiederemo a papa Francesco la sua preghiera e il suo aiuto per il popolo coreano e la riunificazione della penisola coreana», dice al Sir monsignor Igino Kim Hee-joong, arcivescovo di Gwangju e presidente della Conferenza episcopale coreana.
Proseguire sulla linea del dialogo a tutti i costi. È quanto chiede la Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale coreana in un comunicato diffuso oggi, al termine di una riunione che si è svolta proprio all’indomani dell’ennesimo lancio di un missile da Pyongyang.
Riunione straordinaria d’urgenza oggi per il Consiglio di sicurezza dell’Onu su richiesta di Usa, Corea del Sud e Giappone dopo il lancio da parte del regime nordcoreano di un missile balistico che ha sorvolato lo spazio aereo nipponico. La riunione verterà «sulle minacce alla pace e alla stabilità».
Nel 70° dell’Indipendenza della Corea (15 agosto 2017), i vescovi coreani intervengono con un messaggio sulla crescente tensione innescata dai test missilistici della Corea del Nord esprimendo l’auspicio che «non scoppi la guerra in Corea».
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