Corea del Sud

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La Corea attende «con impazienza» l'arrivo di una «Primavera di pace». Per questo, in vista dell'imminente summit inter-coreano del 27 aprile e del Summit tra Corea del Nord e Stati Uniti che si terrà in maggio, i leader delle 7 principali religioni del Paese lanciano un appello a tutti gli attori impegnati sul campo perché «la Penisola coreana, una volta arena di rivalità tra i superpoteri, possa trasformarsi in una terra di pace e dialogo». 

Nel tradizionale messaggio pasquale «Urbi et Orbi» Papa Francesco ha invocato frutti di speranza e di pace nella storia segnata da ingiustizie e violenze: nella martoriata Siria, in Terra Santa, in Sud Sudan, in Ucraina, in Venezuela. Ha incoraggiato il dialogo tra le due Coree ed ha ricordato tutti i bambini del mondo colpiti da guerre e fame.

«Aspettavamo questa occasione da 70 anni, la guerra sarebbe un danno irreparabile per entrambe le parti». Così monsignor Igino Kim Hee-joong, arcivescovo di Gwangju e presidente della Conferenza episcopale coreana, commenta al Sir le notizie dei passi in avanti che nella penisola coreana si stanno compiendo.

Incontro «ai massimi livelli» tra le delegazioni delle due Coree per la partecipazione di Pyongyang ai Giochi invernali che si aprono il 9 febbraio. Al centro dell’incontro anche la questione delle «famiglie separate» dalla guerra. I vescovi coreani: «Siamo un unico popolo, un’unica famiglia ed è questa realtà la base di ogni dialogo».

«Il Santo Padre lavora con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari, ma è falso parlare di una mediazione da parte della Santa Sede». Lo ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke, che a proposito dell’impegno per la messa al bando delle armi nucleari ha rimandato al messaggio indirizzato all’Onu dal Papa nel marzo scorso.