La Santa Sede - ha detto ieri in un'intervista esclusiva a Radio Vaticana il Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin, in riferimento alla crisi Coreana - ritiene il multilateralismo «lo strumento per affrontare e per risolvere i complessi problemi del mondo di oggi».
Corea del Sud
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Nuove gravi minacce dal regime di Pyonyiang agli Usa. Il ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong-ho ha affermato cje potrebbe essere condotto un test nucleare nel pacifico.
La Corea del Nord sarebbe «vicina alla fase finale di sviluppo di un missile balistico intercontinentale Icbm». L’allarme è stato lanciato dalla Corea del Sud, in un rapporto del ministero della Difesa al Parlamento sul vettore intermedio lanciato dai nordcoreani venerdì scorso nel Pacifico settentrionale compiendo una traiettoria di 3.700 chilometri che ha sorvolato anche il Giappone.
Sabato 2 settembre Papa Francesco ha incontrato i capi religiosi coreani appartenenti al «Korean Council of Religious Leaders». Ha esordito ricordando quanto ebbe modo di dire, il 18 agosto 2014, a Seoul: «La vita è un cammino, un cammino lungo, ma un cammino che non si può percorrere da soli. Bisogna camminare con i fratelli alla presenza di Dio.
La prima guerra di Corea, quella di quasi settant’anni fa, fece tre milioni di vittime. La seconda guerra di Corea, se ci fosse, potrebbe farne persino dieci volte tante.
Un appello a tutte le parti in causa a fermarsi. «Se scoppia una guerra nucleare, non ci saranno vincitori. Sarà la distruzione totale». A lanciarlo è monsignor Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon e presidente della Commissione «Giustizia e pace» della Conferenza episcopale coreana che in questa intervista al Sir non nasconde la sua preoccupazione. E sulle sanzioni dice: «Rispetto le decisioni dell’Onu. Ma bisogna sempre lasciare uno spazio al dialogo».
Una risposta per ora politica e diplomatica, ma all’orizzonte si profila anche una possibile azione bellica. L’ultimo test nucleare della Corea del Nord mobilita la Corea del Sud e gli Stati Uniti, così pure Giappone, Cina e Russia (pur su posizioni differenti).
“La vita è un cammino”, “che non si può percorrere da soli”. Lo ha detto Papa Francesco, incontrando in Vaticano i membri del Korean Council of Religious Leaders. Ricordando con gioia e gratitudine il viaggio apostolico compiuto nella Repubblica di Corea, nell’agosto del 2014, il Pontefice ha chiarito che “il dialogo interreligioso, fatto di contatti, incontri e collaborazione, è una sfida protesa al bene comune e alla pace”. E il mondo oggi domanda risposte e impegni condivisi su vari temi: “la fame e la povertà che ancora affliggono troppe popolazioni, il rifiuto della violenza, in particolare quella commessa profanando il nome di Dio e dissacrando la religiosità umana, la corruzione che alimenta in ...
«Ai Leader religiosi è chiesto di aprire, favorire e accompagnare processi di bene e riconciliazione per tutti: siamo chiamati a essere banditori di pace, annunciando e incarnando uno stile nonviolento, uno stile di pace, con parole che si differenziano dalla narrativa della paura e con gesti che si oppongono alla retorica dell’odio». Lo ha affermato questa mattina Papa Francesco ricevendo in udienza i rappresentati del Korean Council of Religious Leaders.
Sabato 2 settembre, i leader delle sette religioni principali in Corea avranno una udienza speciale con il Santo Padre. «Chiederemo a papa Francesco la sua preghiera e il suo aiuto per il popolo coreano e la riunificazione della penisola coreana», dice al Sir monsignor Igino Kim Hee-joong, arcivescovo di Gwangju e presidente della Conferenza episcopale coreana.
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