Proseguire sulla linea del dialogo a tutti i costi. È quanto chiede la Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale coreana in un comunicato diffuso oggi, al termine di una riunione che si è svolta proprio all’indomani dell’ennesimo lancio di un missile da Pyongyang.
Corea del Sud
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Riunione straordinaria d’urgenza oggi per il Consiglio di sicurezza dell’Onu su richiesta di Usa, Corea del Sud e Giappone dopo il lancio da parte del regime nordcoreano di un missile balistico che ha sorvolato lo spazio aereo nipponico. La riunione verterà «sulle minacce alla pace e alla stabilità».
Nel 70° dell’Indipendenza della Corea (15 agosto 2017), i vescovi coreani intervengono con un messaggio sulla crescente tensione innescata dai test missilistici della Corea del Nord esprimendo l’auspicio che «non scoppi la guerra in Corea».
I vescovi della Corea del Sud sono preoccupati per il clima di tensione tra Usa e Corea del nord e le minacce di iniziative nucleari.
Gli armamenti, soprattutto quelli nucleari, sono sempre un pericolo per la pace. Il presidente dei vescovi coreani mons. Igino Kim Hee-jung, parla dei lanci missilistici che partono dalla Corea del Nord e in questa intervista al Sir lancia un messaggio di pace: «In qualsiasi situazione, noi non dobbiamo mai abbandonare il dialogo tra Nord e Sud». Il vescovo è appena ritornato da Roma dove ha incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e Papa Francesco
Messaggio di congratulazioni del presidente della Conferenza episcopale coreana al nuovo presidente Moon Jae-in, eletto ieri nelle anticipate elezioni presidenziali dopo che Park Geun-hye è stata accusata di corruzione e deposta con una procedura di impeachment.
Il Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc) invita le sue Chiese membro ad unirsi in preghiera per la pace e la riunificazione della penisola coreana domenica 9 agosto.
«Attraverso il vostro servizio ai giovani, la Chiesa diventerà il fermento nel mondo che il Signore ci chiama ad essere». Così Papa Francesco ai vescovi di Corea e Mongolia, in visita ad limina apostolorum, ricevuti in udienza in Vaticano.
I giovani ci sollecitano a rendere al mondo una testimonianza coerente della nostra fede in Dio. Lo scrive Papa Francesco nel discorso consegnato ai vescovi della Conferenza episcopale di Corea, ricevuti in occasione della loro visita “Ad Limina Apostolorum”. Ricordando con gioia e commozione il viaggio apostolico compiuto nell’agosto del 2014, il Pontefice non ha mancato di tratteggiare le sfide che attendono la Chiesa del Paese asiatico. Nel solco di una lunga e gloriosa tradizione, i discepoli di Cristo sono chiamati a essere fedeli testimoni del Figlio di Dio, a servirlo soprattutto tra quanti la società tende, invece, a scartare.
Memoria, speranza, testimonianza: sono i binari lungo i quali è corso il viaggio apostolico di Papa Francesco in Corea, “un Paese dove si incontrano antiche culture asiatiche e la perenne novità del Vangelo”. All’udienza generale, in aula Paolo VI, il Pontefice ha ricordato il suo recente pellegrinaggio, in occasione della beatificazione di 124 martiri coreani e per la Sesta Giornata Asiatica della Gioventù. Pensando a un Paese dinamico, proiettato verso il futuro, Papa Francesco ha ricordato con gioia l’esempio di quei laici che abbracciarono la fede cristiana per farne una regola di vita, testimoniata fino al martirio. Un coraggio e una fedeltà che oggi possono fiorire anche nel cuore di tanti giovani.
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