“Io spero che questo esempio possa servire anche alle autorità musulmane a capire e a chiedere perdono per tutta la sofferenza inflitta ai cristiani", è quanto dichiara il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, commentando la richiesta di perdono del Papa agli indigeni del Canada
Iraq
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Un ventennio aperto dal crollo delle torri gemelle, che si chiude con la presa del potere dei Talebani in Afghanistan. Un tempo di scontri, ma anche di gesti importanti come quelli compiuti da papa Francesco. Padre Antonio Spadaro, gesuita, direttore de «La Civiltà cattolica», è una delle persone che segue più da vicino il Papa. E la sua lettura di questo ventennale è che bisogna lavorare per l’icontro e il dialogo. «Anche se tutto sembra dire il contrario».
È arrivata a Qaraqosh, villaggio cristiano della piana di Ninive, in Iraq, la reliquia della Santa Croce, portata dal frate della Custodia di Terra Santa, padre Noor Tamas, di origini irachene. Con l’arrivo della reliquia è stata inaugurata la mostra fotografica “La terra amata da Gesù”, ideata dallo stesso religioso, che dal 22 luglio scorso sta viaggiando per diverse città della Siria, del Libano e dell’Iraq.
Incontro ieri a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, tra Masoud Barzani, presidente del Partito democratico del Kurdistan (Kdp) e già presidente della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, e il patriarca caldeo, card. Louis Raphael Sako.
Patriarca Sako in preghiera sul luogo dell’incendio
A un mese esatto dalla visita di Papa Francesco (5-8 marzo), il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako ribadisce la necessità per tutti gli iracheni di sfruttare questa visita "per voltare pagina e aprire una nuova epoca di riconciliazione e fratellanza".
“Un viaggio coraggioso e profetico. Abbiamo seguito e accompagnato il Papa con la preghiera, sin dal primo giorno, offrendo messe e digiuni. Le parole e i gesti del Pontefice sono arrivati anche a noi che non eravamo in Iraq”: al termine dello storico viaggio di Papa Francesco, il primo di un Pontefice nella terra di Abramo, a parlare da Gerusalemme è padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa.
Conferenza stampa in aereo durante il ritorno a Roma. L’incontro con Al-Sistani un “messaggio per tutti”. “Porto la Siria nel cuore ma ancora non ho pensato a un viaggio”
Si è chiuso questa mattina a Baghdad il viaggio in Iraq (dal 5 marzo) di Papa Francesco. Il Sir ha raccolto il commento del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako
L’incontro tra Papa Francesco e il Grande Ayatollah al-Sistani è stato preparato da “molti anni di scambi tra Najaf e Vaticano”. E se al momento, all’orizzonte, non c’è la firma o la redazione di un documento comune, c’è però una promessa: “Presto ci recheremo in Vaticano per assicurarci che questo dialogo continui, si sviluppi e non si fermi qui”. A formularla, in un’intervista al Sir di bilancio al termine del viaggio del Papa in Iraq, è uno degli esponenti di spicco del mondo sciita iracheno, Sayyed Jawad Mohammed Taqi Al-Khoei, segretario generale dell’Istituto Al-Khoei di Najaf