Un lettore ci scrive rammaricandosi della scarsa attenzione dei media e dell'opinione pubblica sulle persecuzioni in atto contro le comunità cristiane in Iraq e in altre parti del mondo.
Iraq
Ultimi contenuti per il percorso 'Iraq'
Il vice ministro degli esteri, Lapo Pistelli, racconta a Toscana Oggi la missione in Sudan per portare in Italia Meriam Ibrahim, suo marito e i due figli, che poi sono stati ricevuti da Papa Francesco. Ma prende anche un impegno preciso in difesa di tutti i cristiani perseguitati.
«Mai la guerra», no agli «sbagli del passato». Ancora una volta Papa Francesco, ieri mattina, dopo la recita dell'Angelus, è tornato a chiedere «con il cuore» di fermare la guerra.
l cristiano non può tenere nascosta la sua fede perché traspare da ogni parola e da ogni gesto, perché il cristiano vero cambia in profondità la sua vita. Così ha detto Papa Francesco prima dell'Angelus, commentando le due parabole del Vangelo di oggi, del tesoro nascosto nel campo e della perla di grande valore. Dopo l'Angelus ha pregato per la fine dei conflitti in corso nel mondo in Medio Oriente, Irak e Ucraina ed ha ricordato che cento anni fa ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale.
Papa Francesco ha telefonato a Louis Raphael I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, per manifestargli partecipazione e vicinanza alle sofferenze di tutto il popolo iracheno, a partire dai cristiani di Mosul espulsi dalla città per ordine dei militanti dell’auto-proclamato Califfato islamico.
Un «deserto sanitario», in un momento in cui «le cure sono disperatamente necessarie». Così il capomissione di Medici senza frontiere (Msf) in Iraq definisce la situazione del Nord e Centro del Paese, dove pesanti bombardamenti e attacchi aerei hanno colpito ospedali e altre strutture mediche, tra cui alcune supportate da Msf, privando i civili di cure mediche estremamente necessarie.
Nel pomeriggio di domenica 20 luglio Papa Francesco ha chiamato al telefono il patriarca di Antiochia dei siro cattolici Ignatius Youssef III Younan per «rassicurarlo che segue da vicino e con preoccupazione il dramma dei cristiani cacciati e minacciati nella città irachena di Mosul».
Domenica 20 luglio i miliziani jahdisti del «Califfato Islamico» hanno occupato il monastero di Mar Behnam, vicino a Qaraqosh, fino a ieri officiato da monaci siro cattolici.
«Un danno gravissimo. Una macchia indelebile nella storia dell'umanità. La situazione sta peggiorando. I diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio, che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio».
Il palazzo episcopale dei siro-cattolici di Mosul è stato bruciato dagli estremisti islamici dell’Isil. Lo riferisce Radio Vaticana che dà notizia di un incontro avvenuto stamani in Vaticano tra il patriarca della Chiesa cattolica sira, Ignace Joseph III Younan e l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Papa Francesco sta seguendo con grande preoccupazione e vicinanza la situazione in Iraq, dove la comunità cristiana è a rischio sopravvivenza. A Mosul non ci sono più cristiani dopo quasi duemila anni.