Ci sarà anche suor Genevieve Al Haday, religiosa irachena dell’ordine delle domenicane di Santa Caterina, tra i «cruciferi» della Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo, con Papa Francesco. La suora è scampata con altre sue consorelle alla violenza dello Stato Islamico che costrinse, nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014, circa 120mila cristiani a fuggire dalla Piana di Ninive fino ad Erbil, in Kurdistan, per trovare salvezza. Il Sir ha raccolto la sua testimonianza.
Iraq
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Cinque progetti per cinque settimane di Quaresima. È dedicata interamente alla Piana di Ninive la campagna quaresimale di Aiuto alla Chiesa che Soffre del 2018. Un fronte quello della ricostruzione dei villaggi cristiani liberati dallo Stato Islamico, che vede la Fondazione pontificia come prima associazione nel mondo in termini di sostegno alle comunità cristiane.
«Non dimenticare le migliaia di famiglie, tra cui bambini e giovani, scappati dalla violenza della guerra in Siria e Iraq, molti dei quali in età scolare, che si appellano alla nostra generosità per riprendere la vita scolastica e così poter sognare un futuro migliore». È l’appello contenuto nella lettera inviata a tutti i vescovi del mondo dal prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, card. Leonardo Sandri, e da mons. Cyril Vasil, arcivescovo segretario, per la tradizionale «Collecta pro Terra Sancta» del Venerdì Santo.
Per ricordare i cristiani perseguitati nel mondo, sabato 24 febbraio Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) colorerà di rosso il Colosseo di Roma. Contestualmente si tingeranno dello stesso colore due luoghi simbolo della recente persecuzione dei cristiani: la cattedrale di san Paolo a Mosul, in Iraq, e la chiesa maronita di sant’Elia ad Aleppo, in Siria.
«La Chiesa irachena ha salvato la vita del piccolo Wisam. La sua nascita è una prova evidente di quanto la presenza cristiana sia importante in queste terre». A raccontare la storia di questo bambino e della madre Nadia – nomi di fantasia per celarne l’identità – è Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) riportando quanto riferito da una fonte che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonima.
«La nostra risposta alla violenza subita. È stato un grande segno di speranza e di gioia. Ci siamo rimessi in cammino»: così padre Salar Kajo, parroco caldeo del villaggio cristiano di Tellesqof, nella Piana di Ninive (Iraq), racconta al Sir la cerimonia dei battesimi che si è svolta lo scorso 6 gennaio nella chiesa caldea di san Giorgio.
Nei volti dei bambini, specie quelli che nel mondo patiscono guerra, violenza e migrazioni forzate, riconosciamo il Bambino di Betlemme : è il forte appello del Papa nel Messaggio di Natale.
«Un messaggio di speranza e di vittoria. Isis voleva cancellare la presenza cristiana e invece i jihadisti se sono andati, mentre noi siamo tornati». Con queste parole mons. Bashar Matti Warda, arcivescovo di Erbil, ha festeggiato la riconsacrazione della chiesa di San Giorgio a Tellskuf, gravemente danneggiata e profanata dall’Isis e ricostruita grazie ad un contributo di 100mila euro da parte di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs).
Il 33 per cento delle famiglie cristiane è già rientrato a Ninive. Si tratta di 6330 famiglie cristiane delle circa 19.452 costrette a fuggire nel 2014 a seguito dell’occupazione dei loro villaggi da parte dell’Isis. In vista del prossimo Natale Acs, già impegnata nella ricostruzione delle case distrutte, ha voluto pensare espressamente ai bambini, donando loro 15mila pacchetti regalo.
Lamborghini ha realizzato un numero unico del modello Huracan che ha donato a Papa Francesco questa mattina, a Casa Santa Marta, alla presenza dei vertici della casa automobilistica di Sant’Agata Bolognese. A darne notizia è la Sala Stampa della Santa Sede.