«In meno di due settimane, almeno 80.000 bambini sono stati costretti a lasciare le proprie case a causa dell'ultima ondata di violenza nel nordest della Siria». Lo denuncia oggi l'Unicef, in una nota nella quale, sottolinea che «allo stesso tempo, circa 4.000 bambini sono fuggiti dalle violenze in Iraq, attraversando il confine siriano nella regione del Kurdistan iracheno a Sahela e Al-Waleed; adesso sono al campo di Bardarash a Dohuk, nel nord dell'Iraq».
Kurdistan
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Le forze curdo-siriane si sono ritirate dalla zona di sicurezza nel nord-est della Siria come richiesto dall'accordo turco-americano. Lo riferiscono media siriani e panarabi che citano fonti militari curde e statunitensi.
Aumenta il numero di bambini sfollati dal 9 ottobre nel nordest della Siria: è arrivato a 80.000 bambini. La denuncia è dell'Unicef che parla anche di 5 bambini uccisi e 26 feriti.
120 ore, cinque giorni: è questo il tempo della tregua, o della «pausa», nell'offensiva turca contro i miliziani curdi nel Nord della Siria, frutto dell'accordo raggiunto nella serata di ieri, 17 ottobre, ad Ankara tra il vicepresidente Usa, Mike Pence, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Colpito all’alba di oggi un presidio sanitario d’emergenza della Mezzaluna Rossa Curda, costruito insieme alla Ong italiana «Un ponte per» (Upp), attualmente presente nel Nord-Est della Siria. Due medici sono stati feriti, danneggiate le ambulanze.
Appello della Caritas italiana al Governo italiano, all'Unione europea e a tutta la Comunità internazionale «affinché si faccia tutto il necessario per interrompere, senza condizioni, l'ennesimo eccidio e ristabilire il rispetto del diritto internazionale».
Il patriarca caldeo Louis Raphael Sako rivolge un appello a tutte le autorità politiche irachene, sia nazionali che regionali, affinché prendano coscienza della drammaticità del momento ed evitino nuove sofferenze alla popolazione.
Oltre 18 milioni di euro destinati a 119 progetti nel mondo. È la cifra stanziata dal Comitato Cei per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo nella riunione tenutasi il 27 e 28 gennaio a Roma.
Le difficili condizioni dei cristiani che vivono in Kurdistan iracheno nelle parole monsignor Rabban al Qas, arcivescovo caldeo di Ahmadiya e Zakho, che ha tenuto oggi a Roma una conferenza stampa promossa da Acs.
Venerdì 15 aprile (ore 11.30) Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) ospiterà la testimonianza di monsignor Rabban al Qas, arcivescovo caldeo di Ahmadiya e Zakho, nel Kurdistan iracheno, nel corso della conferenza stampa «Cristiani d’Iraq: l’Occidente non ci lasci soli».