Myanmar

Ultimi contenuti per il percorso 'Myanmar'

«La persona che fa attenzione è quella che, nel rumore del mondo, non si lascia travolgere dalla distrazione o dalla superficialità, ma vive in maniera piena e consapevole, con una preoccupazione rivolta anzitutto agli altri». È l’identikit tracciato dal Papa, durante l’Angelus di ieri, pronunciato davanti a 15mila persone.

Dal gioioso incontro con i leader religiosi del Myanmar, alla profonda emozione provata nell’arcivescovado di Dhaka, chiedendo perdono ai profughi rohingya per l’indifferenza del mondo. Sono stati numerosi gli argomenti toccati da Papa Francesco nel corso della consueta conferenza stampa sul volo di rientro dal suo ventunesimo viaggio internazionale, il terzo in Estremo Oriente. Sollecitato dalle domande dei giornalisti, Francesco ha ripercorso le tappe fondamentali che hanno scandito i sui giorni da pellegrino di pace in Myanmar e poi in Bangladesh.

«La vostra tragedia è molto dura e grande, ma vi diamo spazio nel cuore. A nome di tutti quelli che vi hanno perseguitato, che vi hanno fatto del male, chiedo perdono». Con queste parole Papa Francesco si è rivolto, al termine dell’incontro interreligioso sulla pace, ad un gruppo di profughi Rohingya, fuggiti dal Myanmar, come riferito da Radio Vaticana.

Si è concluso con una dimostrazione concreta della «cultura dell’incontro» l’incontro interreligioso ed eumenico nell’arcivescovado di Dacca. Il Papa ha infatti abbracciato 16 Rohingya (12 uomini, 4 donne tra cui 2 bambine), in rappresentanza dei 700mila profughi accolti nel campo di Cox’s Bazar. Nel suo discorso forte appello a non u8sare le religioni per creare odio e violenza.

«Sono belli i vostri passi, ed è bello e incoraggiante vedervi, perché ci recate il lieto annuncio della vostra gioventù, della vostra fede e del vostro entusiasmo». È il saluto del Papa ai giovani, nell’omelia della Messa a loro dedicata nella St. Mary’s Cathedral di Yangon, momento conclusivo della tappa in Myanmar.

«Il nostro incontro è un’importante occasione per rinnovare e rafforzare i legami di amicizia e rispetto tra buddisti e cattolici». Lo ha detto il Papa, nel discorso (testo integrale) pronunciato durante l’incontro con il Consiglio supremo «Sangha» dei monaci buddisti, al Kaba Aye Center di Yangon, uno dei templi buddisti più venerati dell’Asia sudorientale.