Viene bocciato dai titoli dei giornali e dei siti britannici l'accordo sulla Brexit che Theresa May ha presentato come «nuovo» parlando, ieri, alla nazione.
Gran Bretagna
Ultimi contenuti per il percorso 'Gran Bretagna'
Il Consiglio europeo ha deciso di concedere al Regno Unito un'estensione flessibile del periodo di cui all'articolo 50 fino al 31 ottobre. Ciò significa ulteriori 6 mesi per il Regno Unito.
Un aggiornamento della costituzione apostolica «Anglicanorum coetibus», promulgata da Benedetto XVI dieci anni fa. Sono le norme complementari emanate dalla Congregazione per la Dottrina della fede e diffuse oggi dalla sala stampa vaticana.
La premier Theresa May ha scritto al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, chiedendo la possibilità di ritardare il Brexit fino al 30 giugno. Secondo gli accordi in corso, il Regno Unito dovrebbe lasciare la Ue tra una settimana, il 12 aprile.
Via libera finale della Camera dei Comuni - con 313 sì e 312 no - alla legge anti-no deal imposta da una maggioranza trasversale al governo May che trasforma in obbligo l'impegno preso dalla premier Tory di chiedere un'ulteriore proroga della Brexit all'Ue in caso di rischio di divorzio senz'accordo.
Per il presidente della Commissione europea «Il no deal è una ipotesi sempre più verosimile». May incontra Corbyn, «divorzio» dall'Ue più soft? Ecco cosa scrivono i giornali inglesi.
Sconfitta per la terza volta la premier esprime «Profondo rammarico». Bruxelles prepara l’uscita senza accordo.
Dopo la Russia e i cinque Paesi dell'Ue membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, anche il Giappone prende le distanze dalle dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump sulla sovranità israeliana delle alture del Golan.
È l'ennesima sconfitta per la premier britannica Theresa May, quella che potrebbe portare a elezioni generali e che ha riproposto il conflitto costituzionale tra parlamento e governo in atto in questo momento in Gran Bretagna. Ieri notte tre ministri si sono dimessi per votare a favore dell'emendamento Letwin, che apre a una serie di voti domani, mercoledì, con i quali Westminster cerca di assumere il controllo del processo del Brexit.
Se alla fine l’addio avverrà senza un accordo è anche per le condizioni poste dall’Ue che sanno di ritorsione e ammonimento per gli altri Paesi. Rischio implosione per il Regno Unito.