«Nel 2017 mi sono trasferita a Dublino» racconta Eleonora Pellini, trentunenne lucchese, ingegnera informatica e fashion-blogger col suo blog «Once upon a time».
Irlanda
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(Bruxelles) «I 27 Paesi Ue hanno deciso di accettare la richiesta del Regno Unito di un rinvio (flextension) al 31 gennaio 2020». Lo preannuncia informalmente con un tweet il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Prima mossa di Boris Johnson dopo lo stop imposto alla Camera dei Comuni sul calendario dei lavori accelerati per la Brexit. Il premier britannico ha annunciato «una pausa» nel processo di approvazione della legge.
Rinviato il voto sulla Brexit. Il parlamento britannico ha approvato l’emendamento del parlamentare conservatore moderato Oliver Letwin che obbliga l’assise a discutere e votare le leggi attuative dell’accordo raggiunto prima del voto finale.
A Bruxelles si è lavorato tutta la notte e nella tarda mattinata è giunto l'accordo per il recesso del Regno Unito dall'Unione europea. Ora i tempi sono strettissimi e gli ostacoli da superare rimangono notevoli. Anche perché un divorzio senza regole aprirebbe scenari peggiori di quanto si possa prevedere sul piano politico, economico e della pace fra le due Irlande.
Rapporti sempre più tesi tra Londra e i Ventisette. Johnson punta al recesso il 31 ottobre, ma c'è il rischio di un «no deal» con tutte le conseguenze politiche, economiche e sociali. A rischio i diritti dei cittadini e la pace in Irlanda. L'ultima parola potrebbe spettare al Consiglio europeo della prossima settimana.
(Londra) La premier britannica Theresa May dichiara una nuova posizione sul Brexit, lasciando intravvedere un rinvio, pur breve, del divorzio dall'Ue, rispetto alla data prefissata del 29 marzo. Il suo discorso odierno alla Camera dei Comuni conferma che il governo e il parlamento non sono ancora riusciti a trovare una soluzione e una posizione comune.
(Strasburgo) Rammarico, preoccupazione, rinnovata disponibilità al dialogo accompagnata da fermezza: da Strasburgo emergono sentimenti diversi ma una sola linea comune sul Brexit, che chiede a Londra di decidere. Nella sede del Parlamento europeo è in corso un dibattito fra le istituzioni Ue, dopo che ieri sera, circolata la notizia della bocciatura a Westminster dell'accordo per il divorzio dall'Ue, si era già espresso chiaramente il presidente della Commissione: «il tempo è quasi scaduto».
Lunga lettera aperta (5 pagine) firmata da Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, e da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, inviata oggi alla premier britannica Theresa May alla viglia del voto a Westminster sull'accordo per il recesso di Londra dalla Ue.
(Bruxelles) Il backstop, ossia la soluzione «di salvaguardia», è «intesa quale polizza d'assicurazione volta a evitare una frontiera fisica sull'isola d'Irlanda e a garantire l'integrità del mercato unico». Lo si legge nel capitolo delle Conclusioni del Consiglio europeo, in corso tra ieri e oggi a Bruxelles, dedicato al Brexit.
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