Turchia

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Sul volo che lo riportava a Roma dopo i quattro intensi giorni in Polonia, Papa Francesco ha risposto alle domande dei giornalisti che hanno spaziato come di consueto su tanti temi, oltre quelli della Gmg, dal rapporto tra Islam e terrorismo alle accuse di pedofilia al card. Pell, dalla mediazione della Santa Sede per il Venezuela a ciò che accade in Turchia (testo integrale).

La risposta durissima del presidente Recep Tayyip Erdogan non si è fatta attendere contro tutti coloro considerati complici del predicatore Fethullah Gulen, ritenuto la vera mente del golpe. Ma come stanno vivendo questi giorni i circa 100mila cristiani di Turchia? A raccontarlo sono l’arcivescovo latino di Izmir (Smirne), il domenicano Lorenzo Piretto, e il vicario apostolico di Istanbul, Rubén Tierrablanca Gonzalez.

Dopo Bruxelles, un altro aeroporto finisce sotto attacco. Ieri è toccato allo scalo «Ataturk» di Istanbul, la più grande metropoli della Turchia. Il bilancio della strage è di almeno 36 morti e oltre 140 feriti. Potrebbe essere la risposta del Califfo al Baghdadi, al Sultano turco Erdogan, che dopo aver sostenuto più o meno apertamente l'Isis, ora ha scelto di combatterlo. Una scelta di campo pagata con il sangue.

La preghiera del Papa all'Angelus, oggi, nella festa di San Pietro e Paolo: «Ieri sera, a Istanbul, è stato compiuto un efferato attacco terroristico, che ha ucciso e ferito molte persone. Preghiamo per le vittime, per i familiari e per il caro popolo turco. Il Signore converta i cuori dei violenti e sostenga i nostri passi sulla via della pace. Preghiamo tutti in silenzio».

(Bruxelles) L’uscita di scena di David Cameron, l’avvio – a 27 – di una riflessione sul dopo Brexit, le preoccupazioni di Mario Draghi e della Bce per la tenuta del sistema bancario e finanziario dell’Unione, la Spagna ancora senza governo, le pressioni della Scozia su Bruxelles per poter rimanere nell’Ue, nonostante il Brexit… Sono alcuni dei temi dibattuti a Bruxelles al Consiglio europeo che, dopo la prima giornata esplorativa di ieri, oggi riprende i lavori guardando al futuro della «casa comune», alla necessità di serrare i ranghi dopo aver perso il Regno Unito.

«Ci siamo impegnati ad opporci ad ogni forma di discriminazione e violenza, e abbiamo commemorato le vittime di quello che la Dichiarazione Comune di Sua Santità Giovanni Paolo II e Sua Santità Karekin II menzionò quale ‘lo sterminio di un milione e mezzo di Cristiani Armeni, che generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo'». È questa la frase chiave della dichiarazione congiunta tra Papa Francesco e il Catholicos Karekin II, patriarca di tutti gli armeni, firmata e presentata nell’ultimo giorno del viaggio apostolico di Francesco in Armenia (testo integrale).