L’intervento in un video messaggio del capo della Chiesa greco-cattolica di Ucraina
Ucraina
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Oggi la partenza da Livorno del bus carico di solidarietà per il popolo ucraino. Raccolti generi alimentari e medicine da consegnare al popolo in fuga dalla guerra. Giovedì 7 aprile il rientro con alcuni profughi a bordo
Solo nell’assedio della capitale i morti furono oltre 11.500
“Non so se si potrà fare, se è conveniente farla e se farla sarebbe per il meglio o se conviene farla e devo farla, è nell’aria tutto questo”
“Pensiamo alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti di questa guerra sacrilega”. Alla Messa commentando il Vangelo il Pontefice ha ribadito il “no” alla “fede di facciata”, “per Gesù quello che conta è l’apertura disponibile di chi non si sente arrivato”
Continua l’impegno della Misericordia di Firenze a sostegno dei profughi ucraini e per questo l’intero ricavato del tradizionale mercatino del gruppo Sacravita in programma dal 5 al 9 aprile compresi (dalle 10 alle 19) davanti alla sede di piazza Duomo, sarà devoluto alla causa.
Un secondo tir carico di aiuti è partito da Prato alla volta di Lublino, in Polonia, a sostegno della popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Si tratta dei prodotti raccolti grazie alla generosità di tanti pratesi che hanno risposto all’appello di donare alimenti, prodotti per l’igiene personale, coperte e sacchi a pelo, lanciato dalla Diocesi di Prato attraverso la Caritas.
Sono in gran parte donne e bambini, in qualche caso minori non accompagnati, i profughi ucraini che, dopo aver trovato scampo in paesi come Polonia, Romania e Moldavia, hanno deciso di continuare il viaggio verso l’Italia. In Toscana se ne registrano 8.000, al ritmo di 220 al giorno, di cui 3.105 minori. Centinaia gli arrivi già in province come Arezzo e Grosseto.
La guerra ha cambiato in profondità anche la “geografia” fisica e spirituale della Chiesa in Ucraina. “Siamo diventati – osserva don Taras Zheplinskyi - una chiesa unita attorno al comandamento di amare Dio e il prossimo. Una Chiesa, che nonostante il pericolo, rimane e sceglie di stare a fianco della gente che soffre. Una Chiesa che cerca di proteggere e salvare la vita. Una Chiesa al servizio di tutti, nella società. Una Chiesa dove tutto è condiviso e se c’è una parte che soffre, tutti, in Ucraina e nel mondo, sentono e vivono quella stessa sofferenza”.
Il Senato ha convertito definitivamente in legge il decreto che introduce misure urgenti per la crisi ucraina. Sul provvedimento il governo aveva posto la questione di fiducia. I voti favorevoli sono stati 214, i contrari 35, nessun astenuto.