Mons. Tardelli: “Se non c’è un insieme, le soluzioni non si trovano”
Pace
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“L’appello di pace è importante soprattutto perchè a lanciarlo è il Patriarca Kirill. È un segno, il segno di un inizio”. Raggiunto telefonicamente dal Sir, mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici russi, commenta così l’appello che questa mattina il Patriarca di Mosca Kirill ha lanciato per una tregua natalizia.
“La pace è uno dei nomi possibili delle relazioni tra le persone, tra i gruppi, tra i popoli. Un nome possibile della fraternità universale che li lega. Ma le relazioni fraterne sono delicate e complesse, quasi sempre drammatiche, come mostrano la cronaca, l’esperienza quotidiana e la storia biblica, da Caino e Abele alle diverse coppie di fratelli che Gesù sceglie a protagonisti delle sue parabole. Pace è anche sinonimo di dramma; certamente di scelta, di responsabilità, di impegno”. Lo scrive Paola Bignardi, presidente della Fondazione Don Primo Mazzolari, nell’editoriale del nuovo numero della rivista “Impegno”, edita dalla fondazione che ha sede a Bozzolo, dove il sacerdote (1890-1959) fu parroco per oltre trent’anni.
“Troviamo soluzioni pacifiche per il bene delle persone”, ha detto il Pontefice che poi ha chiesto pace per il Perù e di pregare la Vergine Maria “perché si fermi la guerra in Ucraina”
"La guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti". Lo scrive Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, che ricorre il 1° gennaio, in cui incoraggia “popoli e nazioni a rimettere al centro la parola ‘insieme’”.
<<Preghiamo per la pace e la riconciliazione nazionale>>
In un momento di grandi conflittualità, con una escalation terribile nel cuore dell’Europa, la Chiesa in Italia vivrà un momento di preghiera per la pace sulla tomba di San Nicola, santo venerato sia dai Cattolici sia dagli Ortodossi (e molto a cuore al popolo ucraino e a quello russo).
Una preghiera intensa per la fine della guerra nel mondo
L’invito rivolto oggi a circa 6000 studenti e insegnanti presenti all’incontro per l’educazione alla pace e alla cura. “La pace ci riguarda sempre, non solo per possibile attacco nucleare o guerra alle nostre porte”
Un “Anno della Misericordia”, perché “le ferite e le devastazioni causate dalla guerra sono così grandi che ci vorranno molti anni e molti sforzi per sanarle e ricostruire ciò che è stato distrutto”.