Mentre prosegue in Messico la marcia dei migranti verso gli Usa, il presidente Trump ha annunciato l'invio di 5.200 militari al confine sud del Paese. Su questa decisione intervengono mons. Joe S. Vásquez, presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale, Sean Callahan, presidente di Catholic Relief Services, e suor Donna Markham presidente di Catholic Charities.
Donald Trump
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Il loro sogno: arrivare negli Stati Uniti. Grazie al tam tam dei social, dopo un giorno il gruppo era diventato una carovana. All’inizio della settimana sono stati in 3.500 ad entrare in Guatemala, primo passaggio obbligato del lungo viaggio. Poi, dietro di loro si sono mosse altre migliaia di persone: circa la metà sono donne. Ci sono bambini, anziani, persone in precarie condizioni fisiche.
(da New York) Si dicono rattristati e preoccupati i vescovi statunitensi dopo le ultime decisioni del presidente Trump in merito ai rifugiati e all'accesso alle politiche di assistenza per gli immigrati legali presenti sul territorio Usa.
Le contraddizioni sfilano sul podio dell'Assemblea generale. I 53 interventi dei capi di stato presenti passano dal sostegno al multilaterismo e a soluzioni con più interlocutori come auspicato dal re di Giordania, Hussein, per la questione israelo-palestinese e anche dal presidente egiziano Al Sisi; ad una strenua difesa del nazionalismo spacciata per patriottismo, come ha fatto il presidente statunitense Trump.
L'europarlamento ha chiesto pochi giorni fa sanzioni per l'Ungheria di Viktor Orban. Ma il premier ungherese non è affatto un isolato in Europa, mentre nel mondo dalla Russia, alla Cina, dalla Turchia alle Filippine, si diffondono le «democrature».
Dopo l'uscita degli Usa dal patto sul nucleare, sono scattate ieri le sanzioni del presidente Trump contro l'Iran. A essere colpita è anche l’economia di quei Paesi, come l'Italia, che intrattengono rapporti commerciali e finanziari con l'Iran. Ne parliamo con Alberto Negri, analista dell’Ispi.
Faccia a faccia di oltre due ore a Helsinki fra Trump e Putin, con i due leader impegnati a smontare le teorie sull'interferenza nel voto Usa.
Concluso a Bruxelles,con la firma di un accordo, il 20° summit Ue-Cina. Da Tusk appello a Putin e Trump, cerchiamo «soluzioni comuni basate su regole eque».
«I Paesi europei dovrebbero non solo aumentare le spese per la difesa, che sono effettivamente basse, ma fare investimenti insieme in capacità militari ed equipaggiamenti per intervenire anche laddove gli Usa non fossero interessati». Ne è convinto Alessandro Marrone, responsabile del programma «Difesa» dello Iai (Istituto affari internazionali), a conclusione del vertice Nato a Bruxelles: «Date le premesse, si è raggiunto tutto sommato un risultato positivo».
(Bruxelles) «Sarà un Summit particolarmente importante perché siamo confrontati con sfide e minacce senza precedenti e perché ci sono differenze e disaccordi tra gli alleati». Così il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in una dichiarazione alla stampa, prima del Summit a Bruxelles ha spiegato la posta in gioco, dicendosi «fiducioso che nonostante discussioni e disaccordi, prenderemo decisioni».