L'esito del referendum costituzionale e le successive dimissioni di Matteo Renzi sono il tema di molte lettere giunte in redazione in questi giorni. Ne pubblichiamo alcune.
Matteo Renzi
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Confermata quasi in blocco la squadra dei ministri, con due spostamenti importanti per Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Esce la lucchese Stefania Giannini e al suo posto arriva un’altra «toscana» Valeria Fedeli. La nuova legge elettorale lasciata alla competenza del Parlamento.
La ragione profonda del sorprendente risultato del referendum è raccolta nelle pagine di un libro che nessuno ha fatto in tempo a leggere prima di andare al seggio. Si tratta dell’Annuario del Censis, che dipinge un ceto medio impoverito e spaventato, giovani incerti sul domani, un risparmio che cresce perché si ha paura di investire e tanto lavoro di bassa qualità.
Il voto referendario oltre ad affermare che gli italiani preferiscono conservare la Costituzione così com’è, porta con sé la consapevolezza di un Paese diviso. E conferma come l’Italia resti un Paese complesso che ha bisogno di classi dirigenti capaci di governare la complessità. Toscana in controtendenza
Con il 59,12% dei voti (19.418.356) il No ha vinto al referendum costituzionale e Matteo Renzi si recherà oggi dal presidente della Repubblica per rimettere il mandato.
La riforma costituzionale voluta dal governo Renzi è la più vasta mai intrapresa (in allegato testo della Costituzione vigente con a fronte tutti gli articoli cambiati). Prevede, infatti, la modifica di oltre 40 articoli su 139. Ecco una nostra guida al voto.
Siamo all'ultima settimana di una brutta campagna elettorale per il referendum confermativo di un'ampia riforma della Costituzione. Ad ogni modo, non spaventiamoci di fronte alle previsioni catastrofiche di una parte o dell’altra...
Un lettore replica alla lettera pubblicata la scorsa settimana sulla posizione dei promotori del «Family day» rispetto al referendum costituzionale.
Un lettore ci scrive dopo aver sentito a Radio Maria un dibattito sul prossimo referendum.
La Corte costituzionale si chiama fuori dalla campagna referendaria. Con la scelta di rinviare a data da destinarsi l’esame dei ricorsi contro la nuova legge elettorale (il cosiddetto Italicum), i giudici di palazzo della Consulta hanno chiaramente voluto evitare che un’eventuale decisione assunta nell’udienza fissata per il 4 ottobre potesse essere strumentalizzata dai due schieramenti che si fronteggiano in modo aspro sul referendum costituzionale del 4 dicembre.
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