Il sapore generale della prima visita di Papa Francesco al Quirinale sta nello stile di sobrietà e nel rapporto di familiarità. Ma è stata anche l'occasione, per entrambi, per definire e distinguere i rispettivi ruoli e ambiti di azione. Se il Presidente ha richiamato i limiti dell'Italia di oggi («priva di cultura dell'incontro»), il Papa ha riaffermato i margini della missione della Chiesa («testimoniare la misericordia di Dio»)
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Piena collaborazione tra Stato e Chiesa, piena solidarietà per rispondere alla crisi economica, e ripresa morale: sono i temi toccati da Papa Francesco nella visita compiuta oggi al Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana. L'8 giugno il presidente Napolitano si era recato in visita ufficiale in Vaticano. Papa Francesco dopo aver ricordato le buone relazioni esistenti ha ribadito che di fronte alla crisi economica e alla crisi del lavoro è necessario moltiplicare gli sforzi per una ripresa necessaria ed ineludibile. Il Papa ha parlato della viva impressione avuta nelle visite pastorali compiute a Lampedusa e in Sardegna.
Un «segno di amicizia» che conferma «l'eccellente stato delle reciproche relazioni» tra Italia e Santa Sede. Con queste parole, Papa Francesco ha sintetizzato il senso della sua prima visita al Quirinale, effettuata stamattina per restituire quella compiuta dal Capo dello Stato in Vaticano l‘8 giugno scorso. E rivolgendosi a Giorgio Napolitano ha subito rammentato i suoi «tanti gesti di attenzione» per la sua persona come anche per Benedetto XVI.
Prima visita di Papa Francesco al Quirinale per un incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Sono circa 200, e «tra loro ci sono molti bimbi e giovani», i dipendenti e familiari di dipendenti del Quirinale che il Papa incontrerà domani, durante la sua visita al Quirinale, nel Salone dei Corazzieri.
Il 14 novembre, Papa Francesco si recherà al Quirinale «in visita ufficiale, per restituire al presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, la visita da lui resagli in Vaticano nel giugno scorso». A dichiararlo ai giornalisti è stato oggi padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi senatori a vita, ai sensi dell'articolo 59, secondo comma, della Costituzione, il maestro Claudio Abbado, la professoressa Elena Cattaneo, l'architetto Renzo Piano e il professor Carlo Rubbia, che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale. Lo rende noto il Quirinale in un comunicato.
Sono del Sesto battaglione carabinieri Toscana, con sede a Firenze, i due carabinieri feriti oggi davanti a Palazzo Chigi, mentre all’interno del Quirinale stavano giurando i ministri del governo Letta. La vicinanza del presidente Rossi ai due carabinieri feriti e alle loro famiglie. Ferita anche una donna incinta che era tra i passanti.
Ventun ministri, di cui 8 senza portafloglio. Un esecutivo «politico» con il record di donne ministro (7). Altro record, quello del primo ministro di colore, Cecile Kyenge. Di ministri del precedente governo tecnico, rimangono Moavera, la Cancellieri (ma alla giustizia) e Patroni Griffi (dalla pubblica amministrazione a sottosegretario alla presidenza). Il governo presieduto da Enrico Letta giurerà domani alle 11,30.
Intervista a Giovanni Tarli, costituzionalista, che alla settimana sociale dei cattolici toscani (Pistoia 3-5 maggio 2013) coordinerà i lavori sulla «transizione istituzionale»: «Il contenzioso tra Stato e Regioni è altissimo. Il risultato? Non sappiamo più chi fa che cosa. Le riforme? Necessarie. Ma dobbiamo farle bene».