Si sono aperti regolarmente alle 7 i seggi per la seconda giornale delle consultazioni elettorali
Referendum
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Nell’avvicinarsi della data del referendum costituzionale, occorre in primo luogo chiedersi come ad esso si è giunti. L’art. 138 Cost. prevede che una riforma costituzionale deve essere approvata con doppio passaggio in ciascun ramo del Parlamento, e che nella seconda votazione essa deve ottenere la maggioranza dei due terzi dei componenti; se invece viene approvata dalla (sola) maggioranza assoluta, su di essa può essere richiesto referendum da 500.000 elettori, oppure da cinque consigli regionali oppure ancora da un quinto dei membri di ciascuna camera.
Il 20 e 21 settembre saremo chiamati alle urne per il referendum costituzionale per esprimerci sulla proposta di riduzione del numero dei parlamentari. Due costituzionalisti toscani ci spiegano le ragioni del voto: per il "Sì" Stefano Ceccanti, per il "No" Andrea Simoncini
Confesso un po’ di imbarazzo nello scrivere l’editoriale che accompagnerà i nostri lettori alle elezioni regionali e al referendum per il taglio dei parlamentari. Da decenni il mondo cattolico è diviso, sempre, e disorientato, quasi sempre, quando deve recarsi ai seggi. E io faccio parte di questo mondo.
C’è tempo fino a mezzanotte di domani, 15 settembre, per chiedere di votare a domicilio alle prossime consultazioni elettorali: quelle del 20 e 21 settembre. I tempi sono definiti dalla normativa nazionale e la possibilità è riservata a chi, positivo al Covid-19, si trova in quarantena a casa oppure è in isolamento fiduciario e sorveglianza attiva perché entrato in contatto con una persona contagiata o è rientrato dall'estero da Paesi a rischio ma senza ancora disporre dell’esito negativo del tampone.
Il Referendum costituzione che doveva tenersi il 29 marzo è stato rinviato «sine die». Lo ha annunciato poco fa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Il numero dei parlamentari si riduce da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi (esclusi i senatori a vita). Hanno votato a favore quasi tutti i gruppi: 553 i sì, 14 i no, 2 le astensioni. Con questo passaggio si completa l'iter parlamentare della riforma che, modificando gli articoli 56,57 e 59 della Costituzione, ha richiesto una doppia approvazione da parte di Camera e Senato.
Il 66,4% degli irlandesi ha votato a favore dell’abrogazione del divieto costituzionale dell’interruzione volontaria di gravidanza. Alla vita e all'esito del referendum ha dedicato l'omelia ieri monsignor Eamon Martin, arcivescovo di Armagn e presidente della Conferenza episcopale irlandese.
Nel referendum consultivo per la fusione i cittadini di Villa Collemandina e Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, vanno in ordine sparso: i sì prevalgono a Villa col 63,93%, mentre soccombono a Castiglione dove a spuntarla è il «no» col 52,22%. Complessivamente, però, vincono i sì con 815 voti a favore contro i 710 elettori che si oppongono all'aggregazione.
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