Referendum

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Nell’avvicinarsi della data del referendum costituzionale, occorre in primo luogo chiedersi come ad esso si è giunti. L’art. 138 Cost. prevede che una riforma costituzionale deve essere approvata con doppio passaggio in ciascun ramo del Parlamento, e che nella seconda votazione essa deve ottenere la maggioranza dei due terzi dei componenti; se invece viene approvata dalla (sola) maggioranza assoluta, su di essa può essere richiesto referendum da 500.000 elettori, oppure da cinque consigli regionali oppure ancora da un quinto dei membri di ciascuna camera.

C’è tempo fino a mezzanotte di domani, 15 settembre, per chiedere di votare a domicilio alle prossime consultazioni elettorali: quelle del 20 e 21 settembre. I tempi sono definiti dalla normativa nazionale e la possibilità è riservata a chi, positivo al Covid-19, si trova in quarantena a casa oppure è in isolamento fiduciario e sorveglianza attiva perché entrato in contatto con una persona contagiata o è rientrato dall'estero da Paesi a rischio ma senza ancora disporre dell’esito negativo del tampone.

Il numero dei parlamentari si riduce da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi (esclusi i senatori a vita). Hanno votato a favore quasi tutti i gruppi: 553 i sì, 14 i no, 2 le astensioni. Con questo passaggio si completa l'iter parlamentare della riforma che, modificando gli articoli 56,57 e 59 della Costituzione, ha richiesto una doppia approvazione da parte di Camera e Senato.

Nel referendum consultivo per la fusione i cittadini di Villa Collemandina e Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, vanno in ordine sparso: i sì prevalgono a Villa col 63,93%, mentre soccombono a Castiglione dove a spuntarla è il «no» col 52,22%. Complessivamente, però, vincono i sì con 815 voti a favore contro i 710 elettori che si oppongono all'aggregazione.