Il numero dei parlamentari si riduce da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi (esclusi i senatori a vita). Hanno votato a favore quasi tutti i gruppi: 553 i sì, 14 i no, 2 le astensioni. Con questo passaggio si completa l'iter parlamentare della riforma che, modificando gli articoli 56,57 e 59 della Costituzione, ha richiesto una doppia approvazione da parte di Camera e Senato.
Referendum
Ultimi contenuti per il percorso 'Referendum'
Il 66,4% degli irlandesi ha votato a favore dell’abrogazione del divieto costituzionale dell’interruzione volontaria di gravidanza. Alla vita e all'esito del referendum ha dedicato l'omelia ieri monsignor Eamon Martin, arcivescovo di Armagn e presidente della Conferenza episcopale irlandese.
Nel referendum consultivo per la fusione i cittadini di Villa Collemandina e Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, vanno in ordine sparso: i sì prevalgono a Villa col 63,93%, mentre soccombono a Castiglione dove a spuntarla è il «no» col 52,22%. Complessivamente, però, vincono i sì con 815 voti a favore contro i 710 elettori che si oppongono all'aggregazione.
Solo uno sguardo molto superficiale delle cose può portare a tracciare un parallelo tra il braccio di ferro tra Madrid e Barcellona e gli scenari che si aprono dopo i referendum consultivi di Veneto e Lombardia. Diverso il clima, per fortuna, diversi gli sbocchi. Ma questo non significa che la politica italiana, già concentrata su altri appuntamenti ad iniziare dalle elezioni siciliane, si possa permettere di considerare la questione già archiviata, grazie magari all’avvio di un tavolo negoziale.
Nei referendum sulle fusioni che si sono tenuti in dodici Comuni toscani vince il «no» in Casentino e Garfagnana. «Sì» prevale a Laterina ed Elba.
Una lettera a commento dei recenti referendum per l'autonomia di Veneto e Lombardia. Con la proposta di non concedere maggiori autonomie ma, viceversa, uscire dall'Unione europea.
Successo induscutibile in Veneto per il governatore Luca Zaia: al referendum sull'autonomia da Roma hanno votato il 60% degli aventi diritto, superando agevolmente il quorum. In Lombardia, invece, dove non esisteva quorum, l'affluenza si è fermata al 40%. Ma in entrambi i casi i «sì» sono stati quasi un plebiscito.
Oltre 800 feriti, scontri tra Guardia Civil e cittadini, urne piene a metà, risultati incontrollabili. È quanto accaduto ieri in Catalogna in occasione del referendum sull'indipendenza vietato da Madrid. Il messaggio di pace del card. Omella (Barcellona).
Il referendum incostituzionale del 1° ottobre è saltato dopo l'intervento del governo nazionale. Ma il premier Rajoy non propone alcuna soluzione e il presidente catalano Puigdemont cavalca l'onda separatista. Il docente dell'Università di Barcellona Steven Forti afferma: «Entrambi sono prigionieri di una cieca strategia». Intanto la mobilitazione popolare cresce nella regione. E l'Europa? «Dovrebbe impegnarsi per facilitare un vero confronto tra le parti».
«Di fronte alla grave situazione che si vive in Catalogna, con grande preoccupazione nel resto della Spagna, noi vescovi, in primo luogo, vogliamo fare nostri i desideri e i sentimenti recentemente espressi in maniera congiunta dai vescovi della Catalogna, autentici rappresentanti delle loro diocesi». Così inizia la nota della Commissione permanente della Conferenza episcopale spagnola (Cee), letta ieri pomeriggio dal presidente della Cee, card. Ricardo Blázquez Pérez, al termine della riunione della Commissione permanente.
« Precedente Successivo » 1 2 3 4 5 6 7 8