Sono pronti a tutto, ad uccidere in nome della loro ideologia e a dare la propria vita: la maggior parte dei terroristi muore in seguito all’attacco o perché suicida o perché ucciso dalle forze dell’ordine. Ma come si districa il percorso di un giovane verso la radicalizzazione è impossibile da stabilire. L’Ispi ha analizzato il fenomeno del terrorismo e della radicalizzazione in un Rapporto edito in questi giorni.
Terrorismo
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Ieri pomeriggio, appena si è diffusa la notizia dell’attentato a Barcellona, dove verso le 17 un furgone è piombato su cittadini e turisti che affollavano le Ramblas, causando 15 morti, tra cui tre italiani, e un centinaio di feriti, tra cui 15 gravi, la Sala Stampa vaticana ha fatto sapere che Papa Francesco seguiva con «grande preoccupazione» gli avvenimenti. Si teme per un italiano. Vicinanza e preghiera per le vittime anche da parte dei vescovi spagnoli.
Dieci cose da sapere su un fenomeno che, dal 2014, ha profondamente trasformato le nostre città e le nostre vite: il jihadismo. Abbiamo chiesto al professore Paolo Branca, esperto di islam e docente all'Università Cattolica di Milano, di stilarci un decalogo sugli aspetti più importanti del fenomeno.
Si è consumato oggi lo strappo tra i familiari delle vittime del 2 agosto e il Governo. L'associazione ha deciso di uscire dall'aula del Consiglio comunale di Bologna, dove era in corso la cerimonia in ricordo della strage alla stazione, nel momento in cui prendeva la parola il ministro Gianluca Galletti.
Il gruppo Stato islamico (Isis) ha rivendicato l'attacco suicida di ieri nella principale moschea shiita di Herat, nell'ovest del Paese, in cui hanno perso la vita una trentina di persone. Stando invece al bilancio reso noto dall'agenzia del gruppo armato, «Amaq», a morire sarebbero stati in 50.
«L’Italia si raccoglie in ricordo dell’umanità straziata nella stazione di Bologna, teatro di un attentato infame e sanguinoso nella nostra storia repubblicana». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione rilasciata oggi, a trentasette anni dalla strage della Stazione di Bologna (2 agosto 1980).
Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna ha celebrato stamani una Messa di suffragio per le vittime nel 37° anniversario dell’attentato:«Una ferita insopportabile, dolorosa a distanza di tanti anni, perché il tempo in realtà non lenisce o fa passare il dolore».
Sono almeno 5mila le donne rimaste vedove per mano dei «talebani africani», ovvero gli uomini della milizia islamista di Boko Haram, molto attivi nel Nord della Nigeria, in particolare negli Stati Borno, Yobe e Adamawa che insistono quasi interamente nel territorio della diocesi di Maiduguri.
Messa nella chiesa di Saint-Etienne, ad un anno dall'uccisione da parte di due terroristi dell'Isis. Mons. Lebrun (vescovo), «l’odio non ha trionfato e non trionferà». Le parole del presidente Macron all'inaugurazione di una stele in ricordo del sacerdote martire..
Non ha causato danni alle persone, ma suscita inquietudine e preoccupazione l’ordigno esploso ieri, quando in Messico era l’una e cinquanta di notte, di fronte all’ingresso principale della sede della Conferenza episcopale messicana (Cem) a Città del Messico.